“Pasquale da Cittaducale”, nella sua consueta rubrica indipendente su RietiLife, esprime il proprio parere sulla “scomunica” della festa di Halloween da parte della chiesa reatina (leggi – “Vestite i vostri figli da santi”).
Stavolta credo che la chiesa reatina abbia esagerato riguardo la notte, chiamatela pure festa se volete, di Halloween. Le dichiarazioni di qualche giorno fa di don Marco Tarquini lasciano perplessi e, a mio avviso, in qualche circostanza sono anche inesatte. Il don in questione ha di fatto massacrato la notte del 31 ottobre, quella di Halloween appunto, sostenendo che la stessa esprime “cultura di morte”, invitando altresì le famiglie reatine a vestire i propri figli da Santi e partecipare, il pomeriggio del 31, a quella che diventerà la festa anti-Halloween presso la chiesa di S. Michele Arcangelo. Io, invece, che sono cristiano, cattolico e pure praticante, non la penso come don Marco perché non credo che la notte o festa di Halloween esprima “cultura di morte”. Intanto bisognerebbe conoscere a fondo la storia e i precisi significati di Halloween, fare poi un’attenta valutazione del come e del perché si festeggia in tutto il mondo e, non ultimo, come negli anni sia diventata più una festa da business che non la notte delle streghe o della morte come vuol farci credere don Marco. Non credo sia giusto far credere soprattutto ai più piccoli, che da quando si festeggia anche in Italia non vedono l’ora di bussare alle porte del vicinato ed esclamare: dolcetto o scherzetto, che il 31 ottobre sia la notte della morte. Non credo che i bambini vestiti da Santi piuttosto che di nero, con un cappellaccio in testa ed una zucca illuminata, siano più bravi o più buoni dei loro coetanei che invece appaiono come peccatori. Onestamente io non l’ho mai festeggiata perché quand’ero piccolo non si usava, ma da quando ha fatto breccia anche in Italia non ho mai visto persone adulte mascherate, con le zucche in mano bussare alle porte dei vicini per il dolcetto o lo scherzetto. Ecco, proprio questa formula, dolcetto o scherzetto, dovrebbe far capire non solo alla chiesa ma anche a coloro che ritengono la notte del 31 ottobre una notte infausta, lo spirito della festa dedicata solo ed esclusivamente ai bambini che di certo non esprimono cultura di morte o quant’altro possa entrare in collisione con le idee di qualche uomo di chiesa troppo zelante. Mi chiedo: allora bisognerà abolire o boicottare anche il carnevale visto che in tantissimi si vestono da Diavoletti, e non solo, che di conseguenza potrebbero esprimere cultura satanica e tutto quanto legato all’Inferno, alla morte ed alla violenza. Stavolta l’autogol della chiesa e di don Marco Tarquini in particolare è davvero goffo. Come si fa a dire che Halloween esprime cultura di morte, ma poi cosa significa “cultura di morte”? Mica fanno corsi satanici, slide o full immersion relativi alla morte o si fanno messe nere in piazza o alla Giorlandina. Io non riesco a capire cosa significa, ma non riesco a capire perché si vuole vietare qualcosa che affonda radici nei secoli e, adesso, è un qualcosa dedicato ai mondo dei piccoli che a tutto pensano fuorchè a culture esoteriche, di morte o diventare figli di Satana…o targare le proprie bici col 666. Piuttosto la chiesa ed i suoi uomini dovrebbero dare seguito al processo di ottimizzazione iniziato da Papa Francesco che sta facendo un bel repulisti in una chiesa che se vuole crescere deve mettersi al passo coi tempi. L’apertura verso le unioni gay ne è la dimostrazione ma soprattutto è importante il lavoro di pulizia che sia sta portando avanti all’interno della chiesa che, purtroppo, vede la presenza di preti pedofili. L’ultimo per la prima volta nella storia vaticana, è stato cacciato proprio dal Papa che non vuole e non può più nascondere questa macchia che per anni è stata tenuta nascosta. Quindi, da un mondo che ha visto perseguitare i bambini con la più brutta delle violenze, da un mondo che ha visto addirittura preti consumare e spacciare cocaina, diventa difficile dare ascolto al messaggio di don Marco Tarquini che, di fatto, vuole vietare ai bambini una serata di divertimento quando invece, e se lo facesse è un grande, dovrebbe mettere in guardia i piccoli che anche all’interno della chiesa, in alcuni casi, c’è del marcio. Pasquale da Cittaducale
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