Azione di protesta, questa mattina, da parte dei lavoratori della Solsonica, di fronte ai cancelli dell’azienda del Nucleo Industriale. Un gruppo di lavoratori sta impedendo l’ingresso nella fabbrica. Il motivo dell’agitazione, secondo quanto riferito, è l’incertezza in cui navigano ormai da mesi. “I lavoratori Solsonica- scrivono dal presidio – rimangono da oggi in assemblea permanente a causa del fermo produttivo annunciato la scorsa settimana dalla stessa azienda per tutta questa settimana. La decisione dei lavoratori insieme alla rsu e sindacati provinciali è nata per l’indifferenza, ritardi, continui rinvii da parte di tutti i soggetti coinvolti alla vertenza aspettiamo che ci venga presentato nel più breve tempo possibile un piano industriale per risolvere la continuità aziendale che ad oggi sembra sempre più precaria in vista della scadenza del concordato preventivo”.
Questo è quanto hanno scritto il 2 ottobre le Rsu Solsonica.
“I lavoratori Solsonica sono sempre più preoccupati per il loro futuro. L’azienda ha chiesto 60 giorni di proroga al tribunale per presentare un piano industriale evidenziando che nessuna delle diverse soluzioni annunciate si è concretizzata. Questa settimana la linea produttiva sarà ferma perché, come al solito, si è dovuto scegliere tra il comprare le materie prime e il pagamento degli stipendi. Tutto questo, insieme alla mancata convocazione del ministero dello sviluppo economico, sta aumentando il clima di incertezza e quindi la speranza, sulla possibilità di uscire prima possibile da questa situazione, si riduce sempre di più. L’amministratore delegato continua a chiedere, ai propri dipendenti, sacrifici, per ottenere una riduzione del costo del lavoro allo scopo di aumentare le probabilità di portare il concordato in continuità lavorativa. Al momento le soluzioni che ci sono state presentate dall’azienda non danno garanzie ma soprattutto sono prive di elementi per poterci fare una discussione. Il rischio che questo passaggio venga pagato pesantemente dai lavoratori in termini di occupazione e di diritti è molto alto. Purtroppo chi doveva trovare quelle soluzioni alternative, ad oggi, non ha dato le risposte che ci aspettavamo. L’incontro al MISE del 9 settembre, annunciato come un momento decisivo per questa vertenza, si è rilevato inutile e senza novità. Nella riunione con le istituzioni locali, nella sala consiliare del comune di Rieti, abbiamo ribadito questo concetto e chiesto con forza una più attiva partecipazione sulla valutazione degli imprenditori interessati ad investire nella nostra azienda. L’impegno preso era quello di analizzare attentamente tutte le possibilità che sono in campo con lo scopo di garantire la migliore soluzione per i lavoratori prima della discussione più approfondita, sul piano industriale, da presentare in tribunale. Visti i tempi stretti, le risposte ci dovevano essere date, già la settimana scorsa invece, ad oggi, tutto tace. L’azienda non produce, il ministero non ci convoca e le istituzioni non ci dicono niente. Noi crediamo che i lavoratori meritino una maggiore chiarezza da parte di chi ha il dovere di garantire, il concetto, che salvare questa azienda significa salvare tutti e 203 dipendenti e i loro salari. Sarebbe fondamentale non ritrovarci a discutere quando tutto è già stato deciso e che le possibilità di scelta siano ridotte a ciò che non potremo accettare”. Foto: RietiLife ©