Alessandra Rauco, 35 anni, di Leonessa morì nel 2009 al policlinico Casilino Nuovo, a Roma, durante un’operazione al naso. Ora V.S., anestesista durante l’operazione, è indagata per negligenza, imperizia e omicidio colposo. Riccardo Di Vanna sul Messaggero di Roma di ieri mattina ha scritto: “È entrata in ospedale per un banale intervento chirurgico al setto nasale. Un’operazione di routine dalla quale avrebbe dovuto riprendersi nel giro di qualche ora, ma è morta dopo venti giorni di coma, in un letto del reparto di terapia intensiva del Policlinico Casilino Nuovo”. La Rauco cadde durante un incidente in motorino e si ruppe il naso. A parte qualche escoriazione, la vittima è uscita praticamente indenne dall’impatto. Fatta eccezione per il setto nasale, tutte le ossa sembrano a posto e l’unico intervento necessario risulta essere quello di riduzione della frattura del naso. Considerato l’accaduto, Alessandra può ritenersi fortunata e, il cinque gennaio, quando entra in sala operatoria spera di potersene tornare a casa di lì a poche ore. Durante l’operazione qualcosa va storto e la donna entra in coma. La vittima inizia ad accusare delle serie difficoltà respiratorie. Gli apparecchi di monitoraggio segnalano che qualcosa sta andando storto, ma l’imputata non dimostra la necessaria reattività nell’intervenire per salvare la paziente. L’ossigeno che arriva al cervello di Alessandra è troppo poco e nel giro di qualche minuto entra in uno stato di ipossia cerebrale, che finirà per causarle una serie di danni irreversibili. In mancanza di una tempestiva manovra di rianimazione, capace di assicurare il ripristino di una ossigenazione sufficiente, la trentacinquenne entra in coma. Un calvario che, al termine di tre settimane di coma, la porterà al decesso per insufficienza cardiorespiratoria. Foto: RietiLife ©