Nuovo appuntamento domenicale con la rubrica di Don Fabrizio Borello. Quella comparsa in questi giorni su alcuni organi di stampa non è certo una notizia da far scalpore e probabilmente passerà sotto silenzio in molti altri mass media, ma se ci si ferma un attimo a riflettere è una di quelle scomode verità che fanno “accapponare la pelle”. Uno studio di Medici senza frontiere in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia (specializzato in ricerche sulla comunicazione) ha evidenziato che negli ultimi 10 anni i sette maggiori telegiornali nazionali, in prima serata, hanno fatto scendere le informazioni sulle crisi umanitarie nel mondo dal 16,5 al 2,7 per cento. E questo non perché siano diminuite le situazioni drammatiche nel mondo, anzi: le popolazioni che muoiono di fame, vittime di pestilenze, siccità o altri cataclismi climatici o ambientali sono in netto e inesorabile aumento! Dando una veloce occhiata poi a tutta la ricerca vengono a galla altre drammatiche considerazioni; una fra tutte è che questo bassissimo 2,7 per cento è monopolizzato da quelle crisi umanitarie che coinvolgono o rischiano di coinvolgere il mondo occidentale. Se ci si pensa bene è una notizia che si commenta da sola! Lascio ovviamente tutte le valutazioni di tipo sociologico su questi dati a coloro che sono più esperti e competenti di me. Non posso però tacere alcune mie considerazioni personali che voglio condividere con i lettori. Innanzitutto esprimo il disagio e l’impotenza verso questa notizia perché è evidente il fatto che questa diminuzione non è fortuita o inconsapevole, ma è voluta in modo scientifico e per ragioni di natura prettamente economica e commerciale. I drammi di quella parte di umanità che non ha niente a che spartire con noi non interessano a nessuno e quindi non creano “audience”; il renderli pubblici rischia di “ledere” la nostra sensibilità “benpensante” e magari rovinare le nostre serate. Mi verrebbe da chiedere, anche se la questione è l’eterno dilemma dell’uovo e della gallina, se i risultati di questa analisi non denuncino per caso un sempre più aumentato individualismo ed egoismo o se ci sia una precisa “regia” che voglia illuderci, tacendo i grandi drammi di una parte considerevole dell’umanità, che nonostante tutto le cose poi non vanno male. Sono fortemente convinto che tacere e ignorare il male altrui non vuol dire limitare il male ma consentirgli di proliferare perché il silenzio e l’omertà sono il nutrimento naturale e fecondo del male stesso. Portare il male alla luce e farlo conoscere invece vuol dire trovare lo spazio per combatterlo e diminuirne l’efficacia storica. Come una malattia diagnosticata può essere curata così il male portato alla luce può essere combattuto da più forze e con maggiore energia. Medici senza frontiere insegna! E se i nostri telegiornali “generalisti” continueranno la loro campagna di omertosa disinformazione circa le numerosissime crisi umanitarie, fortunatamente oggi le informazioni arrivano per altre vie e canali, spesso anche in modo diretto e ciascuno di noi è invitato a darne diffusione…per fare pubblica informazione lì dove la “pubblica informazione” non è tale! Don Fabrizio Foto (archivio) RietiLife ©