Continua lo scontro tra il deputato e segretario regionale del Pd, Fabio Melilli, e l’ex consigliere regionale Antonio Cicchetti, che ha replicato a quanto affermato ieri da Melilli (leggi). Il terreno è sempre quello della sanità. Di seguito la nota integrale di Cicchetti.
Ohibò! S’è stizzito il segretario regionale del PD, fin quasi alle soglie dell’isteria… Non è dato sapere se perché non è riuscito a mantenere sotto controllo la situazione nel Reatino come, probabilmente, aveva garantito al Presidente della Regione, o perché nella mia dichiarazione alla stampa ho ingenuamente evocato il nome del Sottosegretario di Stato Rughetti. O, ancora, perché aveva già notizia del bellicoso comunicato dei sindacati che, in buona sostanza, delegittima la sua azione o, infine, perché non è riuscito a dimostrare che Monterotondo è sita in area più disagiata di quella di Amatrice. E come tutti quelli che perdono il lume della ragione, il segretario affastella rabbiosamente argomenti privi di qualsiasi filo logico, dimostrando di non aver letto bene nemmeno il mio comunicato oppure di esserselo fatto superficialmente raccontare da qualche suo stupefacente collaboratore.
Torni in sé, il segretario, ‘compos sui’ come avrebbero detto i latini! E allora capirà che, se in un anno e mezzo, durante il quale nessuno nel Lazio si è accorto del vantato cambio di passo (non certo gli utenti del Cotral né, tantomeno, quelli della sanità) non avessero nemmeno ricontrattato i mutui avrebbero dovuto andarsene a mani alzate. E si renderà conto che i 400 milioni di euro riconosciuti al Lazio per ragioni demografiche sono frutto di una lotta ingaggiata da Storace nel 2003 e proseguita dall’assessore Battaglia della Giunta Marrazzo. Quindi, molto prima che entrasse in scena il commissariamento. E dovrà riconoscere, il segretario, che se le riconversioni degli ospedali dismessi del Lazio non sono ancora iniziate dipende dal fatto che 1,5 miliardi di euro (il cosiddetto fondino), inviati dallo Stato per portare a compimento tale processo, furono impropriamente spesi dal suo compagno di partito Montino per pagare i fornitori, magari nella speranza di assicurarsene il consenso in vista delle elezioni del 2010. Tanto che la Polverini si trovò costretta a chiudere gli ospedali senza avere i soldi per riconvertirli. E non potrà disconoscere, il segretario di cui sopra, che le prime iniziative messe in atto nel giro di poco tempo dal centro-destra, dopo la vittoria alle Regionali, furono quelle di aprire i posti di osservazione breve al De’ Lellis, pronti ma chiusi da anni, di aprire l’Hospice, con alle spalle un’analoga storia, e di estendere a 24 ore per 365 giorni l’operatività dell’Emodinamica, fino ad allora fortemente limitata. Il tutto, con lo stesso personale che in parte fu trasferito nei locali di proprietà della ASL all’ex manicomio, consentendo così un notevole risparmio in termini di fitti passivi.
Esca allora dall’ambiguità, il segretario, e dica se è davvero in grado, come dice, di rappresentare le ragioni della provincia di Rieti e di consigliare quindi a Zingaretti la modifica del decreto, volta a consentire ad Amatrice di mantenere almeno quanto fu riconosciuto dalla Polverini. Magari, consigliandogli anche di evitare scivoloni come quello, clamoroso, del riconoscimento della qualifica di ‘area disagiata’ alla zona, ben servita, di Monterotondo. Foto: RietiLife ©