Il consiglio comunale straordinario di Amatrice, con il quale il comune reatino ha tracciato la via per il referendum secessionista ha smosso non poco le acque. Note istituzionali e politiche si susseguono al grido di dolore di Amatrice, costretta ad un gesto davvero “estremo” in difesa del suo ospedale, il Grifoni, per il quale la Regione non ha stabilito lo status di presidio di area disagiata (leggi). LA BATTAGLIA DI AMATRICE “Io la questione dell’ospedale non l’ho mai buttata in politica – dice a ilmessaggero.it il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi – nel 2010 feci la mia battaglia con l’allora presidente Renata Polverini riuscendo a farle cambiare idea su Amatrice e lo stesso sto facendo adesso col presidente Nicola Zingaretti. Se poi ci siamo capiti male, se il problema è l’interpretazione degli atti sono pronto ad incontrare lui e i suoi tecnici e a chiarirci anche domani. Basta che mi spiegano per bene cosa lasciano al ‘Grifoni’ e soprattutto me lo mettono per iscritto, nel decreto regionale e nell’atto aziendale”. Il combattivo Pirozzi – disposto a tutto pur di mantenere vivo e funzionale il Grifoni, vero riferimento per Amatrice ma anche per i territori circostanti, sempre troppo distanti dal De Lellis di Rieti o da Ascoli – replica al Governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. LE PAROLE DI ZINGARETTI Le parole del presidente sono in prima pagina de Il Messaggero di oggi (anticipate in parte venerdì), e ribadiscono, ampliandolo, il concetto già espresso dalla Cabina di Regia della Regione, pubblicato nei giorni scorsi (leggi). “Sul futuro dell’ospedale «Grifoni» di Amatrice – scrive il Governatore – sono state spese in questi giorni molte parole. Il pericolo, ora, è che si crei una pericolosa confusione, perdendo di vista la realtà dei fatti. Permettetemi di rivolgere dalle colonne de Il Messaggero un appello a non esasperare i toni, a non accendere polemiche strumentali e non generare allarmi ingiustificati per i cittadini. La giunta regionale ha a cuore i bisogni di questo territorio, ed è molto attenta alle sue peculiarità. Per questo, confermo pienamente che, nonostante le norme restrittive emanate in materia lo scorso 5 agosto dal governo, con il regolamento di attuazione della legge statale che definisce gli standard qualitativi di tutte le strutture sanitarie presenti nel paese, l’ospedale Grifoni di Amatrice non subirà nessun taglio e nessuna riduzione dei servizi. Anzi, si lavorerà con il solo obiettivo di rafforzare la sua integrazione con la rete del sistema sociosanitario regionale, per garantire la sicurezza della salute dei cittadini. Questo vale per la presenza di un punto di prima assistenza (rafforzato all’inizio di questo mese di agosto con la piena attivazione h24 dell’elisuperficie), per la collaborazione con i medici di famiglia e la presa in carico delle patologie croniche, per il mantenimento delle specialità esistenti. Siamo ben consapevoli della specificità delle aree interne e di quelle zone che si trovano in condizioni geografiche e infrastrutturali più disagiate. Ad esempio, la Regione Lazio mantiene nell’ospedale del capoluogo, Rieti, il punto nascita come unità di primo livello. Unità in grado di assistere parti a medio rischio e neonati con patologia intermedia, nonostante i numeri previsti dal regolamento degli standard qualitativi per strutture di questo tipo in teoria non lo consentirebbero. Si sta dunque chiudendo l’era dei tagli e si sta aprendo quella dell’innovazione. La sanità nella Regione Lazio sta finalmente uscendo dall’incubo rappresentato per lungo tempo dal Commissariamento. La spesa sanitaria è tornata sotto controllo e stiamo aumentando i servizi erogati ai cittadini. Le motivazioni che hanno indotto il sindaco e il consiglio comunale di Amatrice a indire un referendum per chiedere l’adesione ad altre non meglio precisate regioni sono, pertanto, oggettivamente infondate. Grave, invece, sarebbe se dietro la scelta di esasperare i toni di questa polemica ci fossero altre finalità politiche e giochi di potere sulla pelle dei cittadini. Se invece il problema scaturisce solo da una cattiva interpretazione di atti amministrativi, decreti ed altro – chiude Zingaretti – siamo pronti fin da subito a qualsiasi chiarimento nel bene e nell’interesse esclusivo dei cittadini di Amatrice e dell’intera valle del Velino. Lavorando insieme e facendo prevalere il buon senso le incomprensioni si risolveranno rapidamente. Amatrice, i suoi paesaggi, la sua millenaria storia costituiscono una straordinaria risorsa per il Lazio, e nel Lazio Amatrice deve rimanere”. Intanto, mercoledì 27 nella sede dell’Alcli, ci sarà un incontro tra associazioni, cittadini ed operatori sanitari per organizzare le azioni contro i piani della Regione (leggi). (Redazione) Foto (archivio) RietiLife ©