Giornata memorabile quella di ieri al Terminillo. Nell’ambito dei festeggiamenti del cinquantesimo anniversario della consacrazione del Tempio votivo dedicato a San Francesco, Patrono d’Italia, si è tenuta la giornata della riconoscenza nei confronti degli operai che hanno lavorato nel cantiere della costruzione del Tempio terminillese (1949-1964). A loro è stato consegnato un diploma di benemerenza, nella consapevolezza che le grandi opere progettate e sostenute da grandi uomini, sono state realizzate con la fatica, il sudore, la tenacia di uomini semplici, ma laboriosi, il cui nome non finirà mai sui libri di storia o sulle cronache ufficiali. Il diploma scritto e firmato dal parroco è stato consegnato ai lavoratori che si è riusciti a reperite, dal prefetto di Rieti Chiara Marolla. Riconoscenza anche a Padre Riziero Lanfaloni, primo parroco di Terminillo, ideatore e tenace fautore del “templum pacis”. Il Sindaco di Rieti, Simone Petrangeli, ha scoperto la targa con la quale il piazzale antistante il Tempio di Terminillo è stato intitolato a Padre Riziero. La duplice cerimonia è stata accompagnata dalla proiezione di un filmato d’epoca, con riprese dei lavori del cantiere del Tempio in onore di San Francesco e da un memorabile concerto d’organo del maestro Luca di Donato, il quale, improvvisando, ha commentato con sensibilità e maestria il cantico delle creature che Francesco, ormai quasi cieco, ha lasciato all’umanità come un inno di incomparabile bellezza letteraria e profondissimo spirito religioso. Significativa la presenza di persone che hanno riempito prima il salone parrocchiale – che il 22 agosto sarà ufficialmente intitolato all’onorevole Filippo Micheli, uno dei più convinti sostenitori e benefattori di Padre Riziero – e poi ha affollato il piazzale della chiesa. Infine tutti si sono spostati per ascoltare la professoressa Manuela Marinelli, impegnata nell’illustrazione dei manufatti artistici che impreziosiscono la chiesa di Terminillo che già, solo dal punto di vista architettonico, è tra le chiese moderne, un’aula liturgica di rara bellezza, capace di mediare con garbo e finezza il senso del sacro. Attenzione e commozione da parte di tutti, autorità militari e civili, tra cui i sindaci il cui territorio insiste sul Terminillo, paesani e turisti, i familiari di Padre Riziero, parenti ed amici degli operai cui è stato dato il giusto riconoscimento, tutti si sono raccolti per offrire il loro tributo di riconoscenza a uomini la cui intraprendenza, la cui passione e la cui fatica hanno lasciato un segno tangibile di cui oggi tutti dalle vette del centro d’Italia giustamente vanno possono andar fieri. Foto: FLORIN MAXIM ©