“Delusi dalla Regione Lazio per il possibile ridimensionamento del De Lellis”. Il Comitato Diritto alla Salute di Rieti, con i coordinatori Susanna Barina, Renato Desideri, Antonio Ferraro, Tullio Ciogli e Mariano Gatti, fa scudo contro questo rischio.
Le associazioni di volontariato del Comitato Diritto alla Salute di Rieti, si sono incontrate ieri 25 luglio, presso la sede del’Acli, per discutere e valutare le ripercussioni sui servizi, sulla qualità delle prestazioni, i rischi per i pazienti ed i disagi per il nostro territorio a causa della riforma regionale del sistema dei laboratori analisi pubblici, prevista dal decreto del 7 luglio 2014. Normative decise a tavolino e prive di valutazioni sul campo, che prospettano persino la chiusura di numerosi servizi e reparti ospedalieri (geriatria, emodinamica, pneumologia, nefrologia, postazione 118, gastroenterologia, ecc.). Alla riunione era presente anche Enrico Zepponi, consigliere comunale con delega alla Sanità, il quale ha spiegato gli aspetti tecnici e critici della riorganizzazione della rete dei laboratori laziali.
I TIMORI Il Comitato, pur esprimendo soddisfazione per gli sforzi e il grande impegno mostrato dall’attuale amministrazione regionale e locale per far uscire la Regione Lazio dal commissariamento temono però, che la riduzione della spesa pubblica e l’allettamento dell’abbassamento della pressione fiscale, i risparmi e la razionalizzazione dovrebbero essere distribuiti equamente tra le cinque province del Lazio. Il Comitato sottolinea e teme come questo vada a discapito di quei territori, come quello reatino, che per la loro peculiarità demografica, economica e orografica vedono declassato il loro laboratorio di analisi, da anni polo di eccellenza e di riferimento, non solo per il vasto territorio provinciale, ma anche punto di riferimento delle comunità limitrofe, sia una tappa per ridurre drasticamente i servizi sanitari sul territorio.
“CINQUE BUONI MOTIVI” A questo scopo il Comitato, con spirito di servizio, vuole ricordare che l’attività di analisi dell’attuale laboratorio (2milioni e mezzo di analisi circa) non è troppo lontana dai 3 milioni previsti dal decreto del 7/7/14, e di tenere conto di ponderare politicamente le seguenti criticità e peculiarità del territorio reatino:
1) la enormi distanze tra l’Hub di riferimento n.3 S.Camillo e le comunità periferiche della provincia di Rieti, percorsi di 140 km circa.
2) Le cattive condizioni climatiche, specialmente durante i mesi invernali che potrebbero impedire i trasporti protetti dei campioni da analizzare.
3) L’alto rischio organizzativo prodotto dalla congestione del traffico e i lunghi percorsi sulla S.S. Salaria che i prelievi devono subire mettendo a rischio l’efficienza dei risultati di analisi.
4) La struttura demografica del territorio reatino con il 24% di popolazione anziana.
5) L’azzeramento di anni di esperienza e di eccellenza di lavoro e formazione del capitale umano, di professionisti, uomini e donne, i quali hanno profuso con il loro lavoro quotidiano ricchezza e salute su questo territorio. La struttura sanitaria già allo stremo, come quella del reatino e dell’alto Lazio, metterà a rischio la coesione di territori e aumenterà la povertà.
LA DELUSIONE Concludendo, date le condizioni sopra spiegate, il Comitato esprime una profonda delusione in quanto si aspettava da questa amministrazione regionale invece, un potenziamento qualitativo del Laboratorio, e di tutta la sanità reatina, in quanto servizio strategico di tutto il sistema sanitario locale e punto di ricerca dell’Università. L’orientamento delle politiche policentriste e armonizzatrici che la regione sta attuando fino ad ora, siano attuate anche per Rieti. Il Comitato Diritto Salute di Rieti preannuncia che metterà in atto ogni sforzo per unire le forze sociali a difesa dei servizi essenziali per la popolazione locale, e chiede alla Regione Lazio un ripensamento tempestivo ed uno sforzo politico che possa garantire anche ai reatini quell’uguaglianza sostanziate prevista dalla nostra Costituzione. Foto: RietiLife ©