Nell’appuntamento con Don Fabrizio Borrello si parla oggi della crisi israelo-palestinese.
Visitare la Terra di Gesù, i luoghi da Lui vissuti, le strade da Lui percorse e i panorami da Lui osservati porta con sé una serie di forti emozioni ma porta con sé anche la dolorosa sensazione di camminare su una polveriera, che da un momento all’altro possa esplodere. Non è solo la sensazione del pellegrino o del turista, ma è anche ciò che si legge negli occhi, nella postura e negli atteggiamenti degli abitanti provenienti dalle varie popolazioni, etnie e gruppi sociali che “convivono” in quel fazzoletto di terra. Camminando per le vie di Gerusalemme, così come per quelle di Betlemme, di Gerico o di Nazaret pensi che tra le migliaia di persone che incontri potrebbe esserci un kamikaze o che fra le centinaia di militari armati dislocati nei crocicchi delle strade possa nascondersi un esaltato pronto a far fuoco contro tutto e tutti. È senza dubbio un pensiero “compulsivo”, che non vorresti avere, ma che invece senti circolare dentro di te senza nemmeno accorgertene. I fatti di questi giorni confermano purtroppo questo “sentire”. Il rianimarsi di un conflitto mai veramente sedato e, probabilmente, difficilmente ricomponibile alla radice, riaccendono i riflettori e riaprono gli interrogativi sul conflitto israelo-palestinese. È facile schierarsi da una parte o dall’altra, per chi guarda dal di fuori! È altrettanto facile esprimere giudizi e suggerire soluzioni, magari drastiche e violente, ma almeno definitive! La visita di Papa Francesco in quella terra e il suo incontro di domenica 8 giugno con i presidenti Israeliano e Palestinese, così poco formali e così tanto carichi di umanità e di speranza sembrano così lontani! Il clima di rispetto, ascolto e ricerca che sembrava essersi consolidato tra le tre componenti culturali e religiose che abitano la Terra Santa, sembra che si sia frantumato in una escalation di violenza e di morte. Tutto finito, tutto inutile??? È lecito e legittimo pensarlo! Credo però che non sia vero! Questa volta non è come le altre volte. Questa volta c’è qualcosa di nuovo che non può essere cancellato e con cui tutte le parti in conflitto devono fare i conti. Ci sono stati quegli abbracci così veri e sinceri tra Papa Francesco, un Rabbino e un Imam: abbracci umani non formali, commossi e non indifferenti, sinceri e non di circostanza. Nei Giardini Vaticani si è pregato davvero, ci si è parlati davvero, ci si è messi insieme davvero! C’era umanità vera, c’era fede vera, c’era speranza vera… c’era Dio in tutto quello che è accaduto in quei giorni. E questo non può essere dimenticato, non può essere messo da parte… non ce lo possiamo pemettere, gli israeliani e i palestinesi non se lo possono permettere, l’umanità intera non se lo può permettere. Don Fabrizio
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