RIFIUTI INQUINANTI VICINO ALL’ACQUA, SEQUESTRATO COMPLESSO INDUSTRIALE / FOTO

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, nel corso degli ultimi mesi hanno intensificato l’attività di indagine volta a contrastare gli illeciti perpetrati nel settore ambientale e sono giunti a sequestrare un impianto per la produzione di bitume ai piedi del Terminillo e a denunciare il l’amministratore dell’impresa. L’INDAGINE In seguito ad un’autonoma attività info-investigativa, i militari sono venuti a conoscenza che nei pressi di un complesso  industriale ubicato alle pendici del Monte Terminillo, in un’area  sottoposta al vincolo idrogeologico e paesaggistico, erano depositati rifiuti speciali e pericolosi sulle sponde di un corso d’acqua sorgiva. L’accesso effettuato dai militari della Compagnia con il prezioso contributo della Sezione Aerea di Pratica di Mare nell’ impianto adibito alla produzione di conglomerato bituminoso (il comune asfalto), unitamente ai funzionari della locale Ausl ed il supporto dei Vigili del Fuoco di Rieti, ha permesso di constatare all’interno dell’opificio numerosi residui inquinanti provenienti dalla lavorazione industriale nonché altri rifiuti consistenti in scarti di cantiere, pneumatici, cisterne arrugginite, fusti di ferro chiusi ed interrati, numerose lastre di eternit contenenti verosimilmente amianto, varie sostanze oleose e bituminose etc, il tutto in evidente stato di degrado ed abbandono. VIOLAZIONI DAL ’91 Gli immediati accertamenti esperiti presso la Provincia di Rieti hanno permesso di constatare che l’attività industriale, avviata sin dal 1991, era condotta in violazione delle prescrizioni del Piano di Tutela Regionale delle Acque in ordine al convogliamento ed allo smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne. Sull’area, sottoposta al vincolo idrogeologico e paesaggistico ed  oggetto di deposito incontrollato di rifiuti speciali e pericolosi, insiste, in particolare un corso d’acqua, che attraversa l’impianto e confluisce nella sottostante area boschiva, e dove è apparso evidente come, nel corso di oltre vent’anni di attività industriale incontrollata, i rifiuti ne abbiano, di fatto, mutato il percorso rimanendo perpetuamente a contatto con l’acqua e procurando un chiaro danno ambientale. SEQUESTRO E DENUNCIA A conclusione delle suddette attività ispettive ed al fine di impedire che le cose o le tracce del reato potessero essere alterare, disperdersi o essere modificate, gli operanti hanno sottoposto a sequestro la fabbrica e l’intera area di pertinenza, deferendo alla competente Autorità Giudiziaria, l’amministratore dell’impresa per reati connessi all’inquinamento ambientale come “deposito incontrollato di rifiuti ed immissioni degli stessi sul suolo e nelle acque superficiali e/o sotterranee”, “deturpazione ambientale”, “violazioni sulla normativa dell’amianto” e “assenza di autorizzazione allo scarico di acque di prima pioggia e reflue previste dal Piano di Tutela Regionale delle Acque”. Oltre alla constatazione dei prefati esiti di natura ambientale, lo stesso Reparto della Guardia di Finanza procederà al riscontro della correttezza relativa agli adempimenti fiscali della predetta impresa. Sarà ora l’Autorità Giudiziaria ad adottare i provvedimenti di competenza valutando gli accertamenti svolti ed a procedere ad eventuali attività ritenute indispensabili ai fini istruttori. (da comunicato Gdf)

Foto: GDF ©

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