Venerdì prossimo, 13 giugno, alle ore 18, nella sede della Sezione di Rieti del Club Alpino Italiano, via Picerli 59, si terrà la presentazione del nuovo libro di Stefano Ardito “Storia dell’alpinismo in Abruzzo”. All’evento, insieme all’autore del volume, interverranno Claudio Arbore, geografo e project manager nella cooperazione internazionale, il grande climber Pierluigi Bini, il regista e arrampicatore Andrea Di Bari e Ines Millesimi. IL LIBRO Il libro ripercorre per la prima volta i quasi 450 anni di storia delle esplorazioni compiute sulle montagne abruzzesi, e lo fa con uno stile di grande impatto ed efficacia narrativa. Stefano Ardito, già ospite lo scorso anno in Montagne nel cuore del CAI di Rieti, è una delle firme più note e autorevoli del giornalismo di montagna e di viaggi. Ben 328 pagine di storie straordinarie e riccamente illustrate, per un libro pubblicato con il Patrocinio di: Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco Nazionale della Majella, Parco Naturale Regionale Sirente Velino, CAI Abruzzo, CAI Lazio e CAI Marche. Perché rivalutare l’Abruzzo? Non solo per l’orso marsicano e il camoscio, le fioriture e le faggete, gli eremi di Fra’ Pietro da Morrone e le torri di Rocca Calascio. La natura e la civiltà di questa terra non sarebbero quelle che sono senza le vette che ne formano l’ossatura. Il racconto dell’alpinismo in Abruzzo vede sfilare personaggi arrivati da lontano come Francesco De Marchi e Douglas Freshfield, Aldo Bonacossa e Giusto Gervasutti, Tone Valeruz e Bertrand Lemaire. Ma ad animarlo, com’è giusto, sono soprattutto alpinisti dell’Italia centrale. Antonio Giancola e Andrea Bafile, Paolo Consiglio e Gigi Mario, Pierluigi Bini e Giampiero Di Federico, Tiziano Cantalamessa e Paolo Caruso. E via via fino ad Andrea Di Donato, la odierna star del Gran Sasso verticale. Assolute protagoniste restano le montagne abruzzesi frequentate anche da noi reatini: la mole del Corno Grande e le torri del Corno Piccolo, il Velino che si lascia vedere da Roma e il Sirente con la sua sconfinata parete; poi la Majella con i suoi canyon calcarei e la Laga con i suoi fossi di arenaria. Infine il Marsicano, il Petroso e la Meta che sorvegliano le valli più ricche di fauna d’Italia. Ingresso libero. Foto: CAI ©