DIFFAMA GIUDICE E CANCELLIERE, REATINO CONDANNATO

Il tribunale di Perugia ha condannato il reatino Bruno Paolucci per diffamazione nei confronti di un giudice e un cancelliere del tribunale reatino. Lo ha invece assolto dall’accusa di calunnia. La vicenda raccontata dal Messaggero di Rieti.

In aula, da una parte, c’erano un giudice (Claudia Gianì) e un cancelliere (Roberto Proietti) del tribunale di Rieti, entrambi parti offese, dall’altra Bruno Paolucci, un privato, imputato di aver calunniato e diffamato i primi due in riferimento a una causa civile che lo vedeva in lite con il suocero del cancelliere. Paolucci non aveva certo brillato per diplomazia quando, in una lettera inviata al presidente del tribunale, aveva attribuito il mancato accoglimento delle proprie istanze e di una transazione con il rivale, «ad un accordo tra il cancelliere e la giudice o, comunque, al recepimento da parte del magistrato di istanze e segnalazioni del cancelliere».
Il tutto, dedotto in base alla presunta presenza in udienza del Proietti, negata da quest’ultimo perchè in ferie fuori Rieti, ma confermata da un teste (l’avvocato Osvaldo Sabetta) durante un processo dove hanno deposto altri legali e dirigenti del tribunale. 
In aggiunta, dopo che l’imputato si era visto respingere un altro ricorso presentato contro un’azione possessoria promossa dalla controparte anche nei riguardi di sua moglie, aveva scritto: «Allora, a questo punto mi chiedo se anche la causa messa in piedi dagli stessi soggetti nei confronti di mia moglie è destinata ad avere lo stesso esito (negativo ndr), visto che i soggetti sono gli stessi». Ma era incorso in un clamoroso errore: il giudice non era più la Gianì ma un altro (Enrico Colognesi).
Al termine di un lungo dibattimento, il tribunale di Perugia (competente a giudicare per il coinvolgimento di un magistrato) ha assolto Paolucci (difeso dall’avvocato Riziero Angeletti) dall’accusa di calunnia, ma lo ha condannato per diffamazione a mille euro di multa nonchè a versare 10 mila euro come risarcimento danni alle due parti civili (Proietti, autore della querela, era assistito dall’avvocato Marco Bonamici) e a pagare 3200 euro di spese processuali. La difesa ha preannunciato appello. (da Il Messaggero di Rieti del 09/06/2014). Foto (archivio) RietiLife ©

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