Raffaele e Gianfilippo Bordi, storici farmacisti del Terminillo, intervengono sul dibattito che si è aperto sulla montagna reatina dopo la denuncia di un gruppo di terminillesi (leggi).
Sindaco Petrangeli,
siamo in totale disaccordo con il modo con cui “anonimi terminillesi” segnalano quanto di più vero esista qua su: il degrado.
Ma l’ambiguità, la torbidità, le soffiate, gli esposti anonimi, il doppio gioco, sono la triste prassi del Terminillo, corresponsabile assieme alla deprimente classe politica reatina e a chi detiene le redini dell’economia della montagna, del disastro che oggi è il Terminillo.
Ma mentre il modo è disastroso, il contenuto della missiva è ampiamente condivisibile.
Terminillo assomiglia alla Bosnia Erzegovina del dopo guerra più che ad una stazione turistica.
A pochi km da noi, nella terremotatissima provincia de L’Aquila investono sull’unica risorsa che le zone interne hanno: la montagna ed il turismo montano. Discorso trito e ritrito….
E’ passato oltre un mese dalla riunione (14 aprile) e solo oggi (19 maggio) alcuni operai del Comune hanno iniziato a mettere toppe di cemento sulla pavimentazione in porfido.
Tra due giorni arriverà l’anticiclone Africano il nostro principale tour operator e i pochi turisti che saliranno troveranno una bella molazza che impasta cemento e tante nuovissime toppe.
Facciamo turismo così?
Questo, lo apprezzerà, glielo chiediamo senza ambiguità.
Auguri Terminillo.
Dott. Bordi Gianfilippo
Dott. Bordi Raffaele
Nella foto, la palestra abbandonata del campo d’altura dei Cinque Confini, uno dei simboli del degrado del Terminillo. Foto (archivio): Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO ©