Torna la rubrica “Parola all’esperto”: RietiLife ha intervistato il dottor Angelo Giuliani, responsabile dell’unità operativa Alcolismo e Tossicodipendenze della Asl di Rieti. Il tema è quello della ludodipendenza, di estrema attualità e molto sentito in città. Dall’incontro formativo sul tema “Ludodipendenza: lo sviluppo sociale e il problema del gioco di azzardo” (leggi) promosso dall’Ufficio per la Pastorale della Salute della Diocesi di Rieti sono emersi dati allarmati per quanto riguarda la diffusione delle ludopatie a Rieti. “Purtroppo sono dati reali – afferma il dottor Angelo Giuliani – le casistiche non sono altissime, ma abbiamo comunque molti casi di gente che si è ridotta sul lastrico dilapidando anni di risparmi o intere liquidazioni o di anziani che si giocano l’intera pensione. Si tratta di un discontrollo dell’impulsività paragonabile in toto a quello che si innesca nelle tossicodipendenze, nei disturbi alimentari o nelle cosiddette “sex addiction”, tutte necessità patologiche ossessive, alle quali negli ultimi tempi si è aggiunta anche la dipendenza da computer. Sul territorio esistono dei centri d’ascolto, facilmente individuabili dalla pagina web della Asl di Rieti, attraverso i quali è possibile effettuare una valutazione psicodiagnostica, per mezzo della quale si individuerà la terapia migliore che può essere di tipo familiare o legata a gruppi di sostegno, fino ad arrivare alla comunità terapeutica, proprio come avviene per gli alcolisti o i tossicodipendenti”. UNA PATOLOGIA VERA E PROPRIA È quindi una patologia in tutto e per tutto quella dell’irrefrenabile necessità di giocare alle slot machine, al video poker o di acquistare gratta e vinci, che può condurre chi ne è afflitto alla rovina economica, trascinando troppo spesso nel baratro incolpevoli famiglie ed arricchendo uno Stato che non sembra fare molto per contrastare il fenomeno. “Lo Stato ha un comportamento ambivalente – prosegue il dottor Giuliani – riceve introiti e offre servizi per contrastare e combattere gli abusi. Purtroppo molto spesso, dietro il gioco d’azzardo, si nasconde la criminalità organizzata ad aggravare il problema, quindi ben vengano incontri finalizzati a sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche, anche se trovo curioso che, nel caso dell’incontro organizzato dalla Diocesi, nessuno si sia preoccupato di invitarci o interpellarci. E‘ bene che di questi problemi non si occupi solamente chi fa semplice assistenzialismo moralistico, in quanto, per combattere queste vere e proprie patologie, c’è bisogno di conoscere i meccanismi cerebrali e neurofisiologici a cui sono legate”. (di Matteo Carrozzoni) Foto: CARROZZONI ©