Aveva ucciso la moglie a colpi di mattarello (leggi), ieri è stato condannato a 16 anni di reclusione. Si è tenuto ieri il processo con rito abbreviato a carico di Shedije Mamedani, il macedone che il 27 febbraio del 2013 ha ucciso la propria moglie all’interno dell’appartamento in cui abitavano in via di Mezzo a Rieti. Gli avvocati difensori dell’uomo ne avevano chiesto l’assoluzione in quanto l’uomo non sarebbe stato imputabile in quanto non in grado di intendere e di volere. Per il giudice Ciranna invece sarebbe stata riconoscibile solo la seminfermità che, ritenuta equivalente alle aggravanti contestate di crudeltà, in aggiunta al reato di maltrattamenti, hanno portato alla condanna di 16 anni di reclusione. La perizia psichiatrica disposta dal Giudice per l’udienza preliminare avrebbe accertato che l’uomo è affetto da grave disturbo di paranoie. Quelle paranoie che lo hanno portato, al termine di una lite iniziata qualche ora prima, a prendere un mattarello ed a colpire, ripetutamente e con estrema violenza, la moglie, tanto da arrivare a fracassarle la testa e renderla irriconoscibile. Solo allora si era calmato e, quando nell’appartamento erano arrivati gli uomini della Polizia, l’omicida continuava a ripetere di amare la moglie e che avevano solo avuto un litigio. L’accusa formulata era stata di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e Ieri è arrivato il verdetto: 16 anni di reclusione. (Agenzia Ppn) Foto: Emiliano GRILLOTTI ©