Continua a suon di comunicati stampa la querelle tra Moreno Imperatori e Antonio Cicchetti. Alle parole di Imperatori (leggi) ha risposto l’ex sindaco di Rieti. Queste le sue dichiarazioni.
“Ohibò! Dopo una biennale luna di miele con l’Udc, quando quest’ultima collideva col centrodestra, sia a livello nazionale che locale, riecco Moreno Imperatori, che, col piglio del guastatore, si prepara a rientrare in Forza Italia: una casa accogliente ed inclusiva che mal tollera, però, scossoni e diatribe personali dopo aver consolidato un periodo di sostanziale serenità interna. E il Moreno, carico, evidentemente, di mai sopiti risentimenti, attribuisce la perdita del Comune di Rieti, che lui dalla maggioranza contribuiva a governare, ad una non meglio identificata oligarchia gerontocratica che, addirittura, dal tavolo dell’osteria e tra una grappa e l’altra, avrebbe varato programmi, distribuito incarichi o decretato esclusioni infrangendo, in questo caso, sogni di gloria talvolta insostenibili. Mi corre anzitutto l’obbligo morale, anche a nome di chi non può più farlo, di ricordare al Moreno che lui, e solo lui, fu autorizzato a tenere in piedi un monogruppo, che gli consentiva di partecipare a tutte le commissioni, e che a lui fu attribuita la presidenza di una Commissione che cominciò a riunirsi 6 giorni a settimana. Entrambi gli incarichi permisero a lui di fare politica a tempo pieno evitando il fastidioso contatto giornaliero col lavoro degli umani. E mi preme sottolineare che se i congressi non si sono svolti è stato per volontà nazionale e non per decisioni locali. Così come è giusto rimarcare che non esistono più ex, di una parte o dell’altra, tra cui mediare. Ora c’è solo un gruppo, animato da comune progettualità, che non intende farsi contagiare da polemiche datate o da atteggiamenti improduttivi e irrispettosi della storia personale di ciascuno. Soprattutto se sono dettati da disinformazione, o peggio, da ignoranza come quando, a proposito della colonna sonora delle mie trasmissione tv, si confondono i canti fascisti con l’Inno a Roma del grande Giacomo Puccini, di cui è possibile apprezzare le mirabili interpretazioni di Placido Domingo, di Andrea Bocelli o della Banda dell’Esercito Italiano. Quanto all’antifascismo non posso fare a meno di ricordare agli immemori che Berlusconi il 25 Aprile ha sempre lavorato a Palazzo Chigi evitando di partecipare alle manifestazioni dei nostalgici della guerra civile. E proprio ieri il Presidente ha avuto positivo riscontro all’invito a un cammino comune rivolto a Storace che ruppe con Fini proprio su questi argomenti. Non risulta dalle cronache che il Cavaliere abbia sottoposto, per un improbabile giuramento, la Carta dei Valori al nuovo e ben accetto arrivato! In conclusione, e con la speranza di mai più dover tornare pubblicamente su questioni di esclusiva rilevanza interna, credo che nella nuova formazione ci sia spazio per tutti. Nel reciproco rispetto ed in operosa serenità. E nella convinzione che, in attesa del formarsi del nuovo organigramma, ciascuno possa contribuire alle fortune comuni”. Foto (archivio) RietiLife ©