Sono sparsi un po’ per tutta la città e la provincia, destando timore negli automobilisti che ci passano davanti. La maggior parte di loro rallenta, anche di botto, altri ci sfrecciano senza più farci tanto caso. Si torna a parlare degli Speed Check, quei “bussolotti” che non contengono un autovelox fisso, ma possono accoglierlo, fungendo da dissuasori quando sono vuoti, grazie al loro “autoritario” aspetto di macchinetta da multe dai colori sgargianti. In città ce ne sono una ventina e anche loro rientrano in quel che si dice nelle cronache, considerata la lettera che il Ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha inviato all’Anci, per darne diffusione a tutti i Comuni, sulla tematica. Gli speed check “non sono inquadrabili in alcuna delle categorie di dispositivo o di segnaletica previste dal vigente Codice della Strada” si legge nella nota di Lupi, e pertanto “non sono suscettibili né di omologazione né di approvazione o autorizzazione”. Dal Ministero si aggiunge che i finti autovelox possono anche costituire un pericolo: “La loro eventuale dislocazione a bordo strada dovrebbe considerare la possibilità che tali manufatti possano costituire ostacolo fisso, ancorché posti al di fuori della carreggiata”. Dopo la risposta sui parcheggi blu e i tagliandi scaduti (leggi), ora il Ministero pone un’altra questione che interessa Rieti città e non solo. Gli speed check reatini “dissuadono” gli automobilisti dal pigiare l’acceleratore dal non tanto lontano 2009: sono un po’ dappertutto, in via Chiesa Nuova, viale Fassini, via Porrara e altre strade cittadine. Ora c’è da capire come il Comune di Rieti – che sui parcheggi blu ha invitato Saba ad attenersi a quanto affermato dal Ministero – e tutti quei comuni che li utilizzano in provincia, intenderanno comportarsi. (Redazione) Foto (archivio) RietiLife ©