I consiglieri comunali Andrea Sebastiani della Lista Civica Rieti che Sviluppa, Sonia Cascioli del Gruppo Misto e David Festuccia della Lista Civica Città Nuove intervengono in merito alla vicenda di Largo San Giorgio, per cui l’assessore all’Urbanistica ha rimesso oggi il mandato (leggi), e chiedono le dimissioni della giunta Petrangeli.
«L’opera svolta dalla Fondazione è senza ombra di dubbio un’opera meritoria per la città, considerato anche il momento storico che stiamo vivendo caratterizzato da una recessione economica che non consentirebbe agli enti locali di poter effettuare interventi così rilevanti di recupero di un intero quartiere della città. L’elenco delle attività realizzate da questa fondazione novella mecenate moderna ed elencate nel comunicato stampa licenziato ieri dal Cda della Fondazione, testimonia l’amore che lo stesso presidente de Sanctis nutre per Rieti.
Questo però non significa che la Fondazione Varrone non è tenuta, al pari di qualsiasi cittadino reatino, a seguire le norme vigenti tanto più in materia urbanistica, laddove la ristrutturazione di interi edifici in centro storico ha ripercussioni sia sul primario aspetto sicurezza che sul rispetto storico della monumentalità degli edifici stessi. Peraltro se all’epoca dei lavori che hanno portato ad un cambio di destinazione d’uso dell’intero complesso, si fosse imposto alla Fondazione stessa di attenersi alle regole urbanistiche vigenti, adottando lo strumento del piano di recupero portandolo all’approvazione del consiglio comunale alla stregua di una qualsiasi variante urbanistica, anziché la semplice e veloce dichiarazione di inizio attività (DIA), oggi saremmo a raccontare una storia diversa. Che dovrà per forza di cose concludersi, volenti o nolenti, con il pagamento degli oneri concessori dovuti dalla Fondazione al Comune di Rieti per decine di migliaia di euro e che determineranno una salutare boccata di ossigeno alle magre casse comunali.
Se verranno acclarate responsabilità di questa natura in violazione delle norme, è del tutto evidente che la condanna non solo dovrà essere quella sancita dalla legge ma anche quella morale di una città intera che non può consentire ad alcuno di utilizzare la propria posizione per sentirsi estraneo alle regole. In tutto questo la figura dell’attuale assessore Cecilia, figura strategica da un punto di vista tecnico per la realizzazione del polo di largo San Giorgio, si carica di enormi responsabilità che oggettivamente non possono che portarne alle dimissioni dall’attuale incarico che attiene alla pianificazione di un’intera città.
Non possiamo immaginare di lasciare nelle mani di chi non ha saputo gestire il recupero di un singolo quartiere il futuro urbanistico di Rieti. Ma la responsabilità più grave in tutto questo non e’ certo della Fondazione Varrone, che evidentemente si sarà affidata ad uno staff di tecnici lautamente pagati per progettare e realizzare il recupero urbanistico, bensì certamente di un sindaco e dell’intera giunta, con particolare riferimento all’Assessore alle Culture Di Paolo, che evidentemente appiattiti psicologicamente sul cda della fondazione stessa, non solo hanno dato grande enfasi alla realizzazione del polo culturale, che oggettivamente risulta naturale, ma hanno colpevolmente distrutto l’offerta culturale della città mettendo in discussione le attività di un’eccellenza cittadina, quale la biblioteca comunale con le decine di migliaia di accessi di cui oggi ancora si fregia, e mortificando il recupero di un polo museale che alla faccia della vocazione turistica della città il sabato e la domenica e’ sistematicamente chiuso ai visitatori.
La storia di largo San Giorgio si intreccia a doppio filo con la storia di un fallimento della giunta Petrangeli in tutte le sue espressioni. Il sindaco non ha più alcun motivo di continuare a mortificare una città che a fronte di una congiuntura economia devastante avrebbe avuto bisogno di amministratori capaci di dare risposte concrete e non solo di scrivere il libro dei sogni e continuare a comporre slogan d’effetto mediatico. L’elenco delle vergogne di una sinistra arrogante ed inconcludente ha esaurito la memoria a disposizione. È ora di spingere il tasto reset. Liberate la città da questa oppressione settaria con la prima azione responsabile da due anni a questa parte: con senso di responsabilità che fino ad oggi non avete mai minimamente dimostrato: dimettetevi». Foto: RietiLife ©