IL KM 60 DELLA SALARIA FINISCE IN TRIBUNALE: SCATTANO LE QUERELE, LA PROCURA INDAGA

“Il triangolo delle Bermuda” ad un passo dal Terminillo. La geografia non è mutata, tranquilli, è solo la nuova denominazione che è stata affibiata al chilometro sessanta della Salaria per Roma, ai cui lati del tracciato stradale giacciono montagne di resti di auto, andate lì a schiantarsi dopo aver perso il controllo su un asfalto dalle proprietà assai strane, su una lingua di strada che anche se percorsa a velocità ridotta sembra voler giocare con i tanti pendolari e automobilisti che l’attraversano. Il chilometro sessanta della Salaria anche stamane ha dato qualche problema: una Smart è con a bordo due 23enni è finita fuori strada proprio in quel tratto di strada ed i due ragazzi sono dovuti ricorrere alle cure del 118 (leggi). Lo stesso accadde l’11 novembre scorso ad un’auto con targa del corpo diplomatico (leggi). Vicenda che ha fatto scattare l’indagine della Procura, grazie all’esposto dell’avvocato Giuseppe Perugino, legale della nipote di un funzionario della Fao residente nel comune di Casaprota, dopo un incidente dell’11 novembre. La Land Rover (nella foto), sbandò sull’asfalto reso viscido dalla pioggia, per poi ribaltarsi sul lato destro. Secondo quanto riporta Il Messaggero, le conseguenze furono disastrose soprattutto per il mezzo, andato distrutto e successivamente rottamato, mentre la signora di 38 anni e il figlio furono medicati in ospedale per alcune lesioni. Nella querela contro ignoti (eventuali responsabilità vanno individuate), la signora di nazionalità colombiana fa espresso riferimento alle condizioni del manto stradale, mettendo sotto accusa la regolarità del manto stradale e delle barriere di protezione che interessano almeno 700 metri, a partire dal chilometro 60, chiedendo alla procura «di disporre un accertamento statistico presso la polizia stradale e la prefettura per accertare la percentuale di sinistri verificatisi negli ultimi cinque anni, in entrambi i sensi di marcia». Sempre come riporta il quotidiano, la nipote del funzionario Fao e l’avvocato Perugino, non hanno dubbi: l’ente gestore è inadempiente nel garantire la sicurezza e questo si deduce anche dalle testimonianze di persone che vivono nei paesi limitrofi, testimoni di ripetuti incidenti in quel tratto. Per questo sollecitano una perizia sul chilometro 60, dove il rischio c’è ma non si vede. (Redazione) Foto: (archivio) RietiLife ©

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