Pubblichiamo integralmente la toccante lettera inviata in redazione da una nostra lettrice.
«La mia malattia, e la voglio chiamare col suo nome, “cancro”, non si può celare, è un chiodo conficcato nella mente che non regala distrazioni. Un nemico che si deve affrontare con coraggio, forza d’animo, determinazione e, soprattutto, con la convinzione che lo si può e lo si deve sconfiggere. E’ il ritratto del male ed il male si polverizza col bene e l’affetto di chi ti circonda e ti accompagna nel cammino alla vittoria. In questo anno, in cui ho viaggiato nella malattia, ho conosciuto persone splendide non solo per competenza e professionalità, ma anche per la grande umanità che hanno dimostrato nel curarmi: hanno circondato la mia anima stordita, di tanta dolcezza, conducendola alla rinascita. Ringrazio i primari, i medici, gli infermieri, tutti, dei reparti di Senologia, di Oncologia, il Day Surgery, con il bravissimo chirurgo Dottor Paolo Anibaldi ed il reparto di Radioterapia Oncologica dell’Ospedale Camillo de Lellis di Rieti, che mi hanno restituito la felicità perduta, dando loro tutta la mia gratitudine, stima ed il mio affetto per sempre. Rosita». Foto: RietiLife ©