“Anche la Corte dei Conti demolisce il sistema carcerario”: a dichiararlo, in una lunga nota che segue quella della Regione (LEGGI), è la Fns Cisl, tramite le parole diffuse dal segretario regionale Massimo Costantino, il quale ha aggiunto che “è rimasta lettera morta l’attuazione concreta e sostanziale del patto trattamentale”. Costantino, ha poi tratteggiato la situazione, che riguarda anche l’istituto di pena reatino, spiegando meglio in quale stato versa il sistema carcerario: “Il carcere di Rieti ha, attualmente, una capienza regolamentare di 306 unità ma accoglie 316 detenuti, sforando il limite di dieci unità. Rieducare i detenuti si può ma non si riesce a farlo se le risorse sono estremamente esigue e le carceri sono sovraffollate, tanto da determinare la reale impossibilità di ritagliare spazi da riservare al lavoro e allo studio, se c’è una spaventosa carenza di personale, se non c’è una pianificazione di adeguati percorsi formativi e scolastici e se il coordinamento sul territorio di tutti i soggetti interessati è insufficiente. A tirare le orecchie allo Stato nel suo complesso ma soprattutto alle istituzioni che si occupano del pianeta carcere – ha spiegato il segretario regionale della Cisl – è la Corte dei Conti con una corposa delibera, la 6/2013/G del 18 luglio 2013, depositata il 5 agosto, di ben centocinque pagine che rappresentano la sintesi di un’indagine, nelle quali mette sotto esame il sistema, giungendo alla conclusione che la finalità di assistenza e rieducazione che la Costituzione affida alla pena non viene assicurata alla quasi totalità dei detenuti. Al di là dei presupposti è rimasta lettera morta l’attuazione concreta e sostanziale del patto trattamentale che – aggiunge Costantino – nelle intenzioni iniziali, avrebbe dovuto impiegare, da un lato l’amministrazione penitenziaria a realizzare percorsi individualizzati, condivisi nelle regole e negli obiettivi, all’interno del carcere e dall’altro avrebbe dovuto garantire una completa adesione dei detenuti ai percorsi delineati. Speriamo che il decreto Cancellieri, diventato legge pochi giorni fa, rappresenti il primo segnale della volontà politica di risolvere definitivamente la situazione delle carceri italiane”. Foto: RietiLife ©