CARCERI, CISL: “SCARSA ATTENZIONE ALLE CONDIZIONI DI LAVORO DELLA POLIZIA PENITENZIARIA”

“Si è appreso recentemente, e non senza stupore, che il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sta valutando l’opportunità di attivare l’apertura di nuove sezioni detentive entro il 30 settembre 2013 presso l’Istituto penitenziario di Rieti. Ciò al fine di dare risposte adeguate a contrastare il sovraffollamento nelle carceri della Regione. La Federazione Nazionale della Sicurezza della CISL, seppur condividendo l’iniziativa che tende a depotenziare la situazione di grave sovraffollamento della Regione, ha intenzione di denunciare nuovamente le gravi difficoltà in cui la Polizia Penitenziaria è costretta a lavorare e non accetta questa modalità di esecuzione dell’emergenza detentiva”. È quanto afferma ?Federica Petrelli, delegato sindacale alla Polizia Penitenziaria per la Segreteria Territoriale FNS CISL di Roma Capitale e Rieti. “L’espressione molto in voga oggi è quella di sorveglianza dinamica che, come per magia, dovrebbe risolvere tutti i problemi che gli Istituti penitenziari italiani stanno vivendo, da quello del risparmio delle risorse umane a quello di una migliore gestione dei detenuti. In realtà come più volte sottolineato da questa organizzazione sindacale, la cosiddetta sorveglianza dinamica non è altro che un modo, innegabilmente elegante, di voler nascondere la scarsa attenzione che gli organi superiori prestano alle condizioni di lavoro della Polizia penitenziaria”.

LE RICHIESTE “Alla luce delle linee guida che il DAP vorrebbe gradualmente calare a tutti gli Istituti italiani o parte di essi, e per attuare seriamente il modello della sorveglianza dinamica, la CISL-FNS ancora una volta ha il dovere di chiedere:
• un’integrazione di personale non solo della Polizia Penitenziaria ma anche di altre figure professionali quali educatori, personale medico e paramedico;
• una copertura sanitaria nell’arco delle 24 ore;
• uno stanziamento di risorse economiche per risolvere le varie disfunzioni tecniche che affliggono l’Istituto reatino, non ultima il ripristino delle linee telefoniche che danneggiate circa due settimane fa da un fulmine, hanno isolato il carcere dal resto del territorio.
Una trattazione conclusiva ma non meno importante merita infine la questione sollevata circa la responsabilità del personale derivante dall’art.387 C.P. (“colpa del custode”) in relazione ai compiti affidati agli Agenti di Polizia Penitenziaria. Questa organizzazione sindacale chiede a gran voce una celere abrogazione dell’articolo sopra citato a maggiore tutela dei quel personale chiamato ad operare e a conoscere il detenuto con una vigilanza dinamica”. Foto: RietiLife ©

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