Erogate le prime 45 richieste di anticipazione Cigs nell’ambito della convenzione siglata tra Camera di Commercio di Rieti, Provincia di Rieti, Fondazione Varrone e Cassa di Risparmio di Rieti spa finalizzata a concedere credito a lavoratori dipendenti di aziende del territorio reatino in cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs), anche in deroga. Questi i primi dati emersi a circa un mese dalla stipula della convenzione che ha visto Enti ed Istituzioni territoriali farsi carico di una situazione di disagio che sta colpendo pesantemente i lavoratori reatini, unitamente all’intero tessuto imprenditoriale locale che – fino a pochi mesi fa – spesso riusciva in autonomia e con grande generosità a sobbarcarsi l’onere di anticipare ai dipendenti le somme della cassa integrazione. Secondo i dati resi noti dalla CA.RI.RI., ad oggi le domande di anticipazione riconducibili alla convenzione sono 50, delle quali 45 hanno ottenuto l’erogazione del finanziamento, mentre 5 risultano non finanziabili a causa di un giudizio Crif negativo, dovuto alla storia creditizia dei richiedenti e non quindi alla procedura prevista dalla convenzione. “Da Ente che opera e vive il territorio siamo intervenuti per tamponare una situazione di crisi davvero emergenziale nella consapevolezza che quanto si sta facendo rappresenta un limitato intervento certamente non risolutivo – ha illustrato il presidente della Camera di Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini – azione invece appartenente ad altri livelli istituzionali e rispetto ai quali non possiamo che formulare una viva sollecitazione e l’auspicio che vengano appostate adeguate risorse in grado di risolvere il problema alla radice. Imprescindibile è quindi l’adeguamento delle risorse destinate agli ammortizzatori sociali così come una più intensa immissione di liquidità nel sistema delle imprese, attraverso lo sblocco sostanziale del pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione”. “E’ anche fondamentale – ha continuato Regnini – che vengano riviste procedure bancarie che impediscono in maniera meccanica di erogare qualsivoglia forma di credito anche in presenza di idonee garanzie. Si tratta della tangibile ricaduta dell’applicazione dei principi di Basilea 3 e delle conseguenti disposizioni della Banca d’Italia, da sempre contestate dal mondo imprenditoriale perché ritenute inadeguate e pregiudizievoli per un tessuto fatto di piccole e medie imprese e – come nel caso in questione da lavoratori – dove la valutazione del merito creditizio viene sottratta agli Istituti territoriali ed addirittura al buon senso”. “In merito ai singoli casi ritenuti non finanziabili – ha concluso – ritengo che potrebbe essere utile un intervento mirato dei Servizi sociali dei Comuni di residenza dei lavoratori, in quanto è evidente la situazione di disagio sociale e di rischio che va oltre il ritardo nell’erogazione della Cigs”. (Da comunicato della Camera di Commercio)