Il gruppo dei “dissidenti” del Partito democratico reatino, ovvero la schiera piuttosto nutrita di militanti e dirigenti che non ha partecipato al congresso cittadino nel quale è stato eletto segretario Ruggero Curini, rende note le proprie priorità e alcune proposte per uscire dalla crisi. Di seguito il documento e i firmatari.
«Approfondire l’analisi sulle difficoltà economiche, sociali e politiche nelle quali si dibatte la Città; tracciare, quale partito di maggioranza relativa della coalizione, le direttrici politiche e amministrative attraverso le quali contribuire a superare lo stato attuale di crisi economica e finanziaria; contribuire a formare un gruppo dirigente unito e autorevolmente capace di perseguire le dette politiche. Un’azione, questa, per dare un contributo al Partito Democratico di Rieti che però, come ben noto a tutti, ha preferito non approfondire le tematiche poste per poi accelerare sull’elezione dell’attuale segretario, elezione alla quale noi firmatari non abbiamo partecipato. Molti gli argomenti che sarebbe stato il caso di approfondire prima di un congresso, argomenti che, a nostro giudizio sono strategici per il futuro della città. Al primo punto si trova la necessità di conseguire l’obiettivo di favorire la ripresa produttiva delle aziende in crisi di liquidità, immettendo prima possibile risorse nel circuito produttivo, prima d’altro con l’avvio tempestivo del pagamento dei crediti del Comune verso i fornitori. Riteniamo indispensabile attivare una progettazione che consenta di attrarre fondi dell’Unione Europea avendo la consapevolezza che per avervi accesso serve avviare una politica di riqualificazione e valorizzazione delle risorse umane presenti nell’Istituzione comunale. Altra priorità è quella di affrontare la crisi industriale in atto nel nostro territorio: serve dare risposte alle numerose aziende, medie e piccole, che operano sul territorio, occorre aprire subito un tavolo con la Regione Lazio al fine del riconoscimento definitivo di Area di Crisi. Le altre vocazioni, sulle quali impegnare la ideazione progettuale, oramai sono note e non abbisognano di ulteriori analisi, quanto piuttosto di un impegno guidato da tempistiche operative certe: il turismo naturalistico e religioso, le produzioni eno-gastronomiche, la cultura e lo sport. Poi c’è il tema delle opere infrastrutturali che passa dalla dorsale Viterbo-Orte-Terni alla Rieti-Torano (con una rapida verifica di ordine tecnico-finanziaria tesa a risolvere la questione del tratto di Casette). Bisogna dire basta ai ritardi e alla pigrizia in questo senso. Per tale finalità, diventano poi cruciali le scelte urbanistiche, ma nell’ambito di una rinnovata consapevolezza culturale dell’Urbanistica, intesa quale strumento teso a regolare l’armonica e razionale crescita della città. Tale consapevolezza significa oggi, per la città di Rieti, dotarsi di un nuovo strumento pianificatorio, essendo quello attualmente in vigore abbondantemente superato. I principi cardini integrati dovranno essere quello di limitare al massimo il consumo di territorio e nel contempo recuperare speditamente le ex aree industriali a funzioni produttive, di servizi, amministrative e culturali, favorendo la rivitalizzazione della porzione centrale della Città nel suo perimetro più esteso. Ove si pensi di affrontare queste vicende senza pensarle come opportunità e senza avviare immediatamente la Città ad un confronto trasparente di idee, coltivando al contrario uno spirito di sopravvivenza che discende dalla paralisi generata da un contemperamento domestico di interessi, significa assumersi la responsabilità di un ritardo, questa volta forse irrecuperabile. E poi c’è il tema della valorizzazione del patrimonio aziendale comunale con quello delle partecipazioni pubbliche: un nodo che dovrà essere affrontato bilanciando le emergenze finanziarie con l’impegno al mantenimento dei livelli occupazionali, pur nel contesto di indispensabili azioni di risanamento. Allo stesso tempo, anche qui dopo una prima fase di urgenza e necessaria razionalizzazione, va attuato un vero e proprio sistema dei servizi pubblici, a partire da quelli sociali, efficiente e mirato, in grado di prendere in carico il bisogno e di garantire l’accesso a tutti i cittadini che ne hanno effettiva necessità. Gli argomenti, insomma, non mancano e per questo ribadiamo l’esigenza di aprire una discussione vera che coinvolga tutta la città».
Questi i firmatari: Giuliano Aguzzi, Andrea Ferroni, Licia Alonzi, Adalberto Festuccia, Luciano Amici, Federico Fioravanti, Giancarlo Aguzzi, Alberto Galluzzi, Riccardo Bianchi, Elena Leonardi, Loris Brenci, Graziano Marcaccio, Enza Bufacchi, Gustavo Marcheggiani, Edmondo Cardi, Antonella Marchioni, Letizia Carosella, Dante Palluzzi, Giuliano Casciani, Franco Proietti, Renzo Colucci, Federico Ranalli, Amleto Ciani, Costantino Renzi, Beniamino Ciaralli, Teresa Ridolfi, Quarto Dionisi, Ferdinando Saburri, Giuliana Di Paolo, Paola Simeoni, Francesca Faraglia, Domenico Simonetti. Foto (archivio): RietiLife ©