Come si stanno spendendo i 29 milioni di euro per il rilancio della montagna reatina? Lo chiede in una nota inviata alla stampa un coordinamento di associazioni, che invoca urgentemente un confronto pubblico con Regione, Provincia e Comuni interessati. Di seguito la nota congiunta di Club Alpino Italiano Gruppo Regionale Lazio, Altura Lazio, Federtrek, Forum Salviamo il Paesaggio Rieti e Provincia, Italia Nostra Rieti, LIPU Lazio, Mountain Wilderness Lazio, Post Tribù, Rieti Virtuosa, Slow Food Rieti.
«Un altro progetto che in realtà è un grande comprensorio di impianti di sci a Terminillo chiamato “PROGETTO TERMINILLO STAZIONE MONTANA TURISMO RESPONSABILE” a firma dell’Arch. Orlandi, è un’operazione preoccupante perché si tratta di un intervento macroscopico. Si intaccherà il bosco di Vallonina distruggendo una parte dei suoi faggi secolari, in passato proposti dall’Università della Tuscia di Viterbo come Patrimonio dell’Umanità, proposta ignorata dall’ente Provinciale. Si avranno enormi problemi idrogeologici che non saranno mai superati se non cambiando i connotati della montagna, si perderà la biodiversità, non si potrà superare la minaccia di valanghe nella zona interessata e altro ancora. Non esiste in merito a questo progetto un affidabile e documentato piano costi/benefici. Per cui, tutta l’operazione in realtà si sta palesando come un grosso fallimento per le comunità e un investimento gigantesco di cui beneficeranno solo coloro che stanno lavorando per la sua attuazione. Il rischio c’è. E non si vuole che, attraverso un aggiramento delle norme sugli appalti pubblici e di quelle autorizzative urbanistiche-ambientali, si sperperino quei 20 milioni (ma ora 29) di fondi pubblici stanziati a suo tempo dalla Giunta Regionale del Lazio (risorse stanziate per le specifiche peculiarità della montagna reatina e non solo per lo sci alpino), precludendo definitivamente e irreversibilmente il rilancio del Terminillo e dei relativi Comuni pedemontani, e più in generale dell’economia legata alla montagna reatina. Ciò che preoccupa, infatti, è tutta una serie di delibere approvate in fretta e furia da alcuni Comuni del comprensorio (Leonessa, Micigliano e Cantalice) i quali, stralciando di fatto le parti del più ampio progetto comprensoriale danno il via libera ad alcuni progetti definitivi, senza però aver prima ottenuto l’attivazione indispensabile delle procedure di VIA e Valutazione d’incidenza ambientale che in passato hanno già messo in evidenza numerose criticità insormontabili per interventi di questo genere. Pertanto alcuni Enti Locali hanno già preso finanziamenti dalla Comunità Europea finalizzati alla tutela della biodiversità (trattandosi di aree SIC e ZPS) e tutto il progetto è in aperto contrasto con il raggiungimento di quegli obbiettivi, con la conseguenza di andare incontro alle salatissime multe (decine di milioni di euro) che probabilmente la Comunità farebbe scattare tramite le procedure d’infrazione. Come associazioni stiamo presentando una serie di osservazioni tecniche agli uffici competenti in Regione sui molti aspetti critici contenuti nel progetto Orlandi, ma a tutti noi preme conoscere quale sia il reale disegno che si sta immaginando per promuovere sul Terminillo un vero turismo sostenibile, sia dal punto di vista economico che ambientale, affinché questo sia stabile, duraturo e fruibile per tutto l’anno. E’ sotto gli occhi di tutti che fino ad oggi i mega interventi con soldi pubblici eseguiti sul Terminillo si sono rivelati, nostro malgrado, costose cattedrali nel deserto, opere mai finite e quindi a tutt’oggi inutilizzabili (impianti raccolta acqua per produrre neve artificiale, mega piscina, Centro Sportivo Polivalente di Altura privo di palestra, ecc.). Non essendo a conoscenza (in quanto mai resi pubblici) dei dettagli contenuti nello “Studio di fattibilità per l’attuazione del protocollo d’intesa del 27/12/2011” redatto dalla Provincia di Rieti, le Associazioni chiedono che siano attivati nell’immediato idonei strumenti di partecipazione per coinvolgere tutti i portatori d’interesse e arrivare ad elaborare un piano costi/benefici concertato».
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