Tagli, accorpamenti amministrativi ed un impoverimento in ambito sanitario da mettere i brividi è quel che prospetta la Uil per la provincia di Rieti, già fortemente penalizzata da tagli precedenti e da assunzioni che non si sbloccano mai. Il segretario provinciale della Uil, Marino Formichetti, pone l’accento sul nuovo decreto firmato dal commissario Zingaretti, che risulta di nuovo pesantd per la sanità reatina. Di seguito la nota del segretario della Uil.
«Mentre le organizzazioni sindacali di categoria mettono una toppa al nodo precari prorogando i contratti con un verbale di accordo al tavolo regionale, un decreto firmato dal commissario Zingaretti stravolge l’attuale organizzazione delle Asl e, purtroppo, siamo costretti a registrare l’ennesimo impoverimento della nostra azienda. Perdiamo, secondo le nuove direttive, due distretti, che da cinque passeranno a tre. Il motivo? Sempre i numeri. Le nuove disposizioni recitano “non più di uno ogni 40 mila abitanti”, quindi saranno accorpati agli altri quelli del Salto Cicolano e dell’Alto Velino. Inoltre, oltre ad una cospicua sforbiciata alle strutture complesse, meno 47%, e a quelle semplici, meno 35%, arriva forse il punto più critico e molto discutibile: la creazione dei dipartimenti amministrativi interaziendali per l’accorpamento delle funzioni amministrative e tecniche di diverse Asl. Il decreto ne prevede 5 per l’esattezza, e a noi ci tocca Viterbo, in quanto, secondo il decreto si hanno “omogeneità funzionale e adeguata localizzazione geografica”. È possibile che ancora non si riesca a capire che Rieti con Viterbo non ha nulla in comune, che non è collegata e che, geograficamente parlando, non vi e’ omogeneità’? Si ripropone un problema territoriale legato all’accorpamento della provincia, mal digerita e fortunatamente (ad oggi) fallito. Mi domando se questo sia l’innesco per pianificazioni future. La sanità va riorganizzata, purtroppo però il riordino per noi vuol dire tagli di personale, di strutture, di ospedali e di uffici. Vuol dire appalti di servizi pubblici a privati. Vorremmo sapere perché in questo decreto, così ambizioso, non si parla di ridistribuzione di posti letto, di apertura di Rsa, di attivazioni di strutture per la riabilitazione post acuzie, di attivazione di centri Alzheimer convenzionati e invece, ancora, solo tagli senza potenziamento della indispensabile sanità territoriale. Non si parla di riconversioni di strutture costate decine di milioni di euro (vedi Magliano Sabina, Amatrice, Poggio Mirteto). Nel decreto non si parla di questo, ma solo come tagliare, o meglio, per usare un termine citato nel decreto, razionalizzare. Va benissimo, condividiamo, ma contestualmente va attivata, in questo territorio, tutta la sanità intermedia, presidente Zingaretti, già promossa e promessa dal precedente commissario. Siamo quindi legittimati a sospettare che a Rieti e provincia si rischia ancora, come nel recente passato, di impoverirsi di servizi sanitari, di posti di lavoro e di risorse per il territorio. Un appello è quindi doveroso a chi ci rappresenta in regione: ascoltate chi vive la sanità territoriale prima che gli uffici romani disegnino nuovi progetti utili forse solo alla grande Roma capitale».