Partirà lunedì alle 17.30 a largo S.Giorgio, alla presenza dei più importanti ricercatori italiani, la settimana di studio e di confronto sugli studi, unici al mondo, svolti dall’etnoantropologo Alberto Mario Cirese, una delle intelligenze più autorevoli che la cultura italiana abbia mai espresso. Figlio di Eugenio, nato ad Avezzano nel 1921 e morto nel 2011, ha insegnato nelle Università di Cagliari (1961-71), Siena (1971-73) e “La Sapienza” di Roma (1973-92), dove è stato professore emerito; dal 2003 è stato direttore del museo etnografico di Taranto. È tra i maggiori studiosi italiani di cultura popolare, di cui ha messo in evidenza gli aspetti di differenziazione rispetto alla cultura “egemone” nel quadro di una originale teoria sui “dislivelli di cultura”. È stato l’artefice del primo inventario nazionale delle “Tradizioni orali non cantate” in Italia (1975) per conto della Discoteca di Stato. Dagli anni cinquanta ha avviato un’intensa attività di raccolta sul campo di testi e musiche di tradizione orale offrendo un’ampia documentazione di tutto il territorio italiano. Ha inoltre fatto ampio uso degli strumenti informatici dagli anni ’60, fornendo elaborazioni al calcolatore di testi, poesie e relazioni di parentela delle culture indagate. In Italia rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per lo studio dell’antropologia culturale, e la storia delle tradizioni popolari. La Biblioteca della Fondazione Varrone, essendo l’unica depositaria in Italia del fondo e dell’archivio Cirese, diventa per tutti i ricercatori e gli studiosi italiani ed internazionali, non solo un punto di eccellenza per lo studio e la consultazione dell’ampia opera lasciata da Cirese, ma un luogo ideale di confronto e di incontro. Dal 3 al 9 giugno si susseguiranno convegni, proiezioni, tavole rotonde, presentazioni di libri dei maggiori esponenti del settore e sarà dato ampio risalto alla cultura intorno al pane con laboratori pratici ed approfondimenti. Tra le “patrie” a cui si sente sentimentalmente legato Cirese, vi è oltre la marsica abruzzese, il Molise, certamente Rieti e la sabina. Non solo è stato assessore nella giunta del sindaco Sacchetti Sassetti, ma ha studiato a lungo la cultura dei contadini reatini, come ha ricordato in molte interviste. “Siamo onorati di essere in Italia gli unici custodi del fondo e dell’archivio Cirese – ha dichiarato il Presidente de Sancits – Le nostre tradizioni popolari, prima sottovalutate o ignorate, con Alberto Cirese acquisirono dignità di cultura e di patrimonio umano da preservare. La nostra Biblioteca promotrice di questo evento culturale, rappresenta un fiore all’occhiello in quanto depositaria di prestigiosi ed importanti fondi che la rendono tra le Biblioteche più fornite delle Fondazioni Bancarie. Accoglieremo con entusiasmo tutti i ricercatori e gli studiosi che saranno ospiti della settimana culturale in onore di Cirese, auspicando che la Biblioteca e quindi Rieti diventino un autorevole punto di incontro dei ricercatori italiani. (Da comunicato delle Officina Fondazione Varrone). Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 1 Giugno 2013