L’ambiente nell’Appennino centrale: l’occasione di parlare di questo interessante argomento è offerta dalla Sabina Universitas, che insieme all’Università della Tuscia, giovedì 4 aprile 2013 alle ore 16.30 presso l’Aula Magna di palazzo Vecchiarelli, a Rieti in Via Roma 57, presenterà il libro “Storia dell’ambiente nell’Appennino centrale”. All’iniziativa, aperta a tutti gli interessati ed ai ragazzi delle scuole medie superiori, interverranno l’autore Aurelio Manzi, etnobotanico e naturalista, ed il Prof. Silvano Landi, Console del Touring Club Italiano e Docente del corso di Laurea in Scienze e Tecnologie per la Conservazione delle Foreste e della Natura di Cittaducale. Sarà presente anche il prof. Danilo Monarca, Presidente del Corso di Laurea. L’incontro prevede una presentazione di aspetti ambientali connessi alla trasformazione della natura dall’ultima glaciazione ai nostri giorni. Un argomento particolarmente stimolante per Studenti ed Insegnanti, ed in generale per gli amanti della natura, e particolarmente calzante all’ambito reatino che della conservazione della natura e del paesaggio ha fatto un irrinunciabile vessillo. L’Appennino centrale è una terra, posta al centro del Mediterraneo, con una natura straordinaria che esprime una biodiversità eccezionale, raramente riscontrabile in ambito italiano ed europeo. Eppure, l’azione dell’uomo, fin dalla sua comparsa, ha influito sulla natura primordiale, ha sistematicamente trasformato l’ambiente per adattarlo alle sue esigenze di vita. “Oggi – afferma l’Autore – non c’è ettaro di terreno che non abbia risentito dell’attività antropica”. Aurelio Manzi ripercorre la storia dell’ambiente nella regione, dall’ultima glaciazione fino ai nostri giorni, con gli occhi del naturalista attento alle vicende umane. Analizza le trasformazioni ambientali nelle diverse epoche, i cambiamenti nel paesaggio e nell’agricoltura, le mutazioni nelle comunità faunistiche e floristiche. Si sofferma sulla distruzione di importanti ecosistemi come il lago Fucino, uno dei più estesi bacini italiani, oppure la preziosa torbiera di Campotosto, le aree paludose e la fascia costiera, indugia sulla devastazione dei grandi complessi forestali, in particolare le selve della pianura. Indaga su alcuni processi oggi in atto di portata storica, tra cui l’abbandono della fascia montana e collinare con la conseguente urbanizzazione della costa, i cambiamenti climatici e gli effetti ambientali che ne derivano. Una occasione da non perdere per chiunque abbia a cuore l’ambiente reatino e le tendenze future in materia di conservazione e recupero ambientale. (Da comunicato della Sabina Universitas) Foto: RietiLife © 2 Aprile 2013