ORE 19.06, LA FUMATA BIANCA ANNUNCIA AL MONDO L’ELEZIONE DEL NUOVO PAPA

La fumata, il sussulto, il boato, la storia che si compie. Sono le 19.06, è fumata bianca, “Viva il Papa”, urla la piazza più cosmopolita del pianeta, emozionata, attonita, in estasi. La cappella Sistina fuma il bianco che annuncia al mondo l’elezione del nuovo Pontefice. Attesa finita. Sarà Scola? O forse O’Malley. O Scherer. Si prega, si innalzano cori, si piange. Il mondo guarda piazza San Pietro in una delle serate più significative della storia del cristianità. “Questa sera ce la ricorderemo per tutta la vita”, sibilano. Eh già. La piazza freme, scalpita. Poco dopo le 20, il protodiacono Tauran si affaccia dalla Basilica di San Pietro. “Habemus Papam”, è Jorge Mario Bergoglio. Smarrimento e commozione. “È argentino, è argentino, è quello che perse da Papa Ratzinger”. L’emozione che scorre, il tripudio. “Qui sibi nomen imposuit Franciscum”, annuncia Tauran. Papa Francesco guiderà la Chiesa Cattolica. Pochi istanti, e Bergoglio si presenta al mondo. “Fratelli e sorelle buonasera, voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma e sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui”. Queste le prime parole del gesuita umile di Buenos Aires. Poi il ringraziamento a Benedetto XVI. L’invito a pregare per il nuovo Pontefice. E la prima benedizione. Il volto buono, sereno, accattivante. “Buonanotte e buon riposo”. L’alba di una nuova era è cominciata. (NAZARENO ORLANDI). Foto: Emiliano GRILLOTTI © Città del Vaticano, 13 Marzo 2013

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