(naz.orl) Piove su Roma e diluvia sull’Italrugby, oggi tornato realmente sulla terra dopo l’arcobaleno di gioia dell’esordio con la Francia e il temporale di Murrayfield. Ma si sa, si cresce giorno dopo giorno, non ci si può improvvisare grandi, la strada è ancora lunghissima e gli azzurri se ne accorgono all’Olimpico contro il Galles (26-9) nella terza giornata del Sei Nazioni. Azzurri in partita solo per quaranta minuti, poi nel secondo tempo, l’Italia senza Parisse, debole come non mai in mischia chiusa ed evanescente nel gioco al piede, cede ai campioni in carica: “Non abbiamo gestito il campo come volevamo, il nostro gioco è stato approssimativo anche nel primo tempo nonostante il punteggio equilibrato”, commenterà Brunel alla fine. Ecco tutto.
Nel primo tempo si segna soltanto su calcio piazzato: tre volte il temutissimo Halfpenny, match-winner due settimane fa contro la Francia, e due volte Kris Burton, che senza fortuna prova anche un drop in equilibrio precario. L’estremo gallese Halfpenny apre la propria bocca da fuoco all’8′. Burton impatta due minuti dopo, poi i dragoni allungano ancora con Halfpenny al 15′ e al 20′ (sbaglierà invece al 35′). Il mediano d’apertura azzurro accorcia alla mezz’ora per il 6-9 che chiude una prima frazione in cui l’Italia pensa più a come non farsi infilare dai gallesi piuttosto che a come colpirli. L’assenza per squalifica di un ariete come capitan Parisse, lì in mezzo si sente, eccome. In mediana, la nuova coppia Gori-Burton scelta da Brunel non illumina il pomeriggio grigio dell’Olimpico con il gioco al piede. Un vero e proprio padrone dell’incontro, ancora non c’è. Ma l’Italia da zero in pagella vista contro la Scozia non esiste più. O forse è solo un’impressione. Proprio così.