ABOLIZIONE DELLA PROVINCIA, COSTINI: “CHISSA’ COSA PENSEREBBE IL CAVALIER MUSSOLINI”

Pubblichiamo una nota del consigliere provinciale Chicco Costini.

L’immagine che la classe politica locale sta dando in questo momento drammatico, determinato dallo scioglimento della nostra provincia, e dall’oramai ineluttabile accorpamento con Viterbo, è a dir poco deprimente. Dopo aver deriso gli allarmi da più parti lanciati, dopo aver disertati i numerosi consigli provinciali convocati sul tema, quasi che lo scioglimento fosse un problema della casta dei consiglieri,oggi è un rincorrersi di comunicati ed iniziative il cui unico fine sembra essere quello di trovare un minimo di visibilità. Se la memoria non mi inganna oltre un anno fa il Presidente Melilli convocò un consiglio aperto ai sindaci, alle associazioni, ai sindacati, quando la prima proposta di scioglimento fu avanzata dal governo Berlusconi, ed in quell’occasione ben pochi sentirono il bisogno di essere presenti, di partecipare di esprimere il proprio dissenso. Allora fu detto, in modo unanime,che solo se fossimo riusciti a far comprendere alla popolazione il rischio ed il danno che sarebbe derivato da quel provvedimento e si fosse creata una vera mobilitazione popolare, forse si sarebbe potuto frenare questo inutile ma demagogico provvedimento. Ma ce lo dicemmo in pochi, e quasi nessuno ha poi fatto nulla, se non nel suo piccolissimo l’Associazione Area Rieti nel corso di Notti Dinamiche. L’assenza dei partiti, la totale irresponsabilità dei nostri rappresentanti nei vari livelli di governo, espressione di quel declino della politica e delle classi dirigenti che più volte abbiamo denunciato e la cui immagine è oggi finalmente sotto gli occhi di tutti ha fatto il resto. Oggi vedere il Sindaco di Rieti accorgersi finalmente che lo scioglimento della provincia significa innanzitutto la morte del nostro comune, e convocare un consiglio in teatro (sic) il cui scopo reale è più che altro la risposta alla proposta al comitato dei sindaci guidato da Melilli, fa sorridere. Arriva tardi, privo di qualsiasi ruolo reale, è l’ennesima operazione immagine di un Sindaco che ha dimostrato in questi mesi di non essere in grado di decidere, di fare scelte, unicamente preoccupato della propria immagine, che è sempre più priva di sostanza, con una maggioranza divisa al suo interno, priva della necessaria esperienza per affrontare un momento così delicato della vita del nostro territorio. La posizione del centrodestra si commenta da se, privo di idee, di leadership, incapace di fare autocritica, costretto con il suo capogruppo provinciale (tra l’altro con una posizione che condivido) ad accodarsi al presidente Melilli pur di trovare qualcosa da dire che non sia mero gossip. Purtroppo oggi c’è, a mio parere, ben poco da fare per poter salvare quella provincia che fu voluta, con lungimiranza, dal cavalier Benito Mussolini, per tenere insieme e cercare di sviluppare quei territori interni e montani, penalizzati dalla vicinanza di una metropoli onnivora qual’è Roma. E allora è giusto che i comuni scelgano avendo come priorità l’interesse primario del territorio. Che per Rieti, e tutto il montepiano non può che essere il passaggio in Umbria e con Terni, a cui ci legano comuni esigenze economiche, vicinanza geografica, facilità di collegamento e soprattutto ci permetterebbe di abbandonare quella cloaca che è la Regione Lazio, lasciando ai novelli Eliogabalo le feste con porci e vestali. Così come è normale che i comuni del Cicolano vadano in Abruzzo, Amatrice con Ascoli, e la Sabina completi la sua integrazione di area suburbana della capitale. Il resto mi sembra solo accanimento terapeutico, di medici distratti che tentano di rianimare un paziente in coma irreversibile solo per non essere denunciati dai parenti, giustamente infuriati. Foto: RietiLife © 22 Ottobre 2012

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