Riceviamo e pubblichiamo una lettera giunta in redazione da parte di uno studente reatino.
“Carissimo direttore,
sono un ragazzo di 21 anni appena laureato alla Luiss in Economia e Management. I miei propositi iniziali per quest’estate erano, ovviamente, quelli di godermi questo primo traguardo raggiunto e magari, con un po’ di buona volontà, mettermi in gioco con uno stage. Tuttavia, come ben si sa, la situazione lavorativa nel reatino è piuttosto precaria e ovviamente le opportunità scarseggiano, soprattutto per un ragazzo che ha appena finito un corso di laurea triennale e che vorrebbe buttarsi nel mondo del lavoro anche a costo zero. Mentre la mia personale ricerca di impiego continuava, la lampadina mi si è accesa! A Rieti, come in tutte le altre province d’Italia c’è un punto d’informazione per i giovani, il cd. INFORMAGIOVANI. Dopo aver controllato gli orari di apertura dell’ufficio (che si colloca sotto il comune) sono passato più volte da Luglio ad Agosto per poter avere un consulto. Tuttavia per circa un mese mi si è presentata davanti agli occhi sempre la stessa scena: Ufficio chiuso. E nemmeno un cartello, un’indicazione o un avviso. Solo successivamente sono venuto a sapere che l’ufficio era stato chiuso. Motivo? Non pervenuto. La domanda che mi sono posto è come questa città possa pensare di aiutare i suoi giovani e il loro futuro, senza fornirgli nemmeno un desk dove trovare informazioni, suggerimenti, opportunità. Tra l’altro questo INFORMAGIOVANI è pubblicizzato in tutte le scuole secondarie della città. Perché, in una situazione così già tanto grave a livello italiano ed europeo, un giovane reatino dovrebbe solo pensare di rimanere in questa terra? Chi sta pensando al nostro futuro e al futuro di questa città?
Gian Marco, uno studente indignato.”
Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 10 Agosto 2012