Cosa abbiamo trovato.
Il quadro è molto serio. Dalla relazione dei revisori dei conti emerge un bilancio comunale con significative criticità. E’ il frutto delle prassi negative seguite nel passato recente e meno recente. L’effetto quantitativo è uno squilibrio di parte corrente, intorno ai 20 milioni di euro. Va riequilibrato rapidamente, per evitare di scivolare verso il dissesto finanziario. La prima prassi negativa è quella della mancata registrazione nelle scritture contabili di fatture ricevute dalla amministrazione, per 8,870 milioni. Si tratta di una vera e propria irregolarità, che denota una cattiva gestione del ciclo passivo. La faremo presente alla Corte dei Conti: si evita l’iscrizione di fatture ricevute per compensare “una sottostima di tali spese, forse strumentale a contenere le partite in uscita”. E ciò ha provocato “a lungo andare, le incapienze”. E’ una responsabilità, anche amministrativa, non indifferente. Di queste somme ben 2,936 milioni sono riferite ad interessi (fatturati dalla ASM [1,779] e dalla cooperativa Quadrifoglio [1,157]) e quindi oggetto di possibile transazione (anche se, in particolare nel caso della società comunale va verificato il costo della esposizione derivante dal mancato trasferimento dei fondi comunali). Per la parte rimanente si tratta di servizi erogati: 2,697 milioni per forniture di energia elettrica e gas metano, la cui mancata registrazione, vista la prevedibilità in base ai consumi storici si configura come una vera e propria omissione; 1,286 milioni per prestazioni legali (di cui colpisce la entità); e 1,308 milioni per i servizi della cooperativa quadrifoglio. Le utenze energetiche non contabilizzate devono essere incrementate di 1,6 milioni per tenere in conto gli esborsi previsti fino al mese di ottobre dell’anno in corso. Se si considerano anche le rate relative ai mesi di novembre e dicembre (contabilizzate nel 2013) si registra una spesa per utenze energetiche che supera ampiamente i 5 milioni annui: una spesa significativa, che potrebbe costituire la premessa per aprire con ENEL ed HERA una trattativa per la riconversione al fotovoltaico (considerando anche una possibile sconto sul debito accumulato).
Questa prassi negativa di contabilizzare le fatture in prossimità del pagamento, che contrasta con la normativa vigente, va immediatamente superata. Il ciclo passivo va razionalizzato e tracciato. Il processo di liquidazione va effettuato con regolarità e tempestività seguendo la concatenazione tra stanziamento, impegno e liquidazione. Poiché a quanto è dato comprendere da questo primo esame la ragione principale della prassi omissiva è dovuta alla inacapienza degli stanziamenti l’orientamento della amministrazione per l’anno corrente è quello del blocco generalizzato degli impegni, salvo le spese inderogabili. Tale freno alla spesa consentirà una più attenta impostazione del bilancio per il 2013 che l’amministrazione si impegna ad impostare nel mese di settembre 2012 ed approvare entro il 31 dicembre dell’anno in corso.
Il bilancio di previsione deve essere approvato prima dell’inizio dell’esercizio, per programmare adeguatamente entrate e spese dell’anno seguente. La definizione del bilancio preventivo ad anno inoltrato è una prassi negativa che deve essere immediatamente superata. La amministrazione si impegna ad anticipare lo scadenzario indicato nel decreto legislativo 118 del 2011.
La seconda prassi negativa è quella di mantenere residui attivi non esigibili per favorire un equilibrio surrettizio del bilancio. Sono stati rilevati residui attivi non esigibili per complessivi 7,303 milioni. Si tratta di somme relative a vari tributi, in alcuni casi risalenti al 2001, che vanno, predisponendo un piano adeguato, eliminate dal bilancio, per rispondere al criterio di veridicità richiesto dalle norme vigenti.
La somma delle minori entrate, delle maggiori spese e del disavanzo di amministrazione del 2011 (2,844 milioni) determina lo squilibrio di 20 milioni di euro (8,870 + 7,303 + 1,6 + 2,844 = 20,617).
La gestione non rigorosa del bilancio comunale è evidenziata dai piani di rientro già formalizzati di cui peraltro, in alcuni casi, non vengono rispettate le scadenze: verso il factor cui sono stati ceduti i crediti di ASM nei confronti del comune (8,450 milioni per una rata mensile di 650.000 euro di cui l’ultimo pagamento risale al gennaio 2012); verso l’ENEL (due piani di rientro per complessivi 1,088 milioni per una rata mensile di 161.139 euro). Altra posta debitoria non adeguatamente coperta in bilancio è quella relativa all’accantonamento per la controversia con la Regione Lazio per l’acquedotto del Terminillo (a fronte della condanna in primo grado con formula esecutiva per 5,974 milioni si rileva un debito fuori bilancio di 3,137 milioni).
Un fattore di particolare criticità è dato dall’elevata esposizione debitoria del comune nei confronti della propria azienda di servizi ASM (27,334 milioni). L’azienda si configura come azienda mista in quanto è presente un socio di minoranza (AZIMUT) (la cui partecipazione è al 40 per cento, anche se la recente cessione del 2 per cento è stata oggetto di contestazione). L’accumulo di crediti da parte della società di servizi nei confronti del comune, che è risalente, ha creato nella partecipata una situazione insostenibile. Per anni i proventi della TARSU, sono stati utilizzati impropriamente dal comune per finanziare le spese correnti. Il consiglio di amministrazione della società ha proposto un piano consolidamento del debito che implicherebbe la corresponsione di una rata mensile da parte del comune di 1,5 milioni per 36 mesi (che si aggiungono alle 650.000 euro del piano di rientro già attivato). La inclusione di queste due poste tra i pagamenti indifferibili non appare sostenibile nel secondo semestre 2012. Ci sono varie possibilità di intervento, eluse dalla precedente amministrazione, da attivare (cessione del contenzioso TARSU, capitalizzazione attraverso un conferimento misto di capitale), ma tutte presuppongono l’organizzazione di un processo complesso, che richiede alcuni mesi per essere implementato.
Le entrate potenziali attese per l’anno in corso ammontano a 15,479 milioni, di cui 5,012 relativi a contributi regionali, 4,180 milioni relativi a contributi erariali e 5,553 milioni relative ad ampliamento piani di zona 167 di convenzioni ancora non stipulate. A fronte di queste entrate sono posti i pagamenti verso i grandi fornitori, che presentano però una massa significativamente più consistente (37,716 milioni). Ma, come si è detto, tale possibilità è incompatibile con la sopravvivenza della ASM. Non si può attivare un piano di consolidamento, che sviluppa un flusso mensile di 1,5 milioni di euro, facendo conto su entrate potenziali. Vanno quindi ipotizzati percorsi più incisivi.
L’analisi aggregata dei conti al 31 dicembre 2011 mostra uno squilibrio di segno opposto tra i residui attivi e passivi di parte corrente e parte capitale. L’eccedenza positiva nel primo caso (per 28,120 milioni) “fa presumere l’utilizzazione di poste vincolate per specifica destinazione per il pagamento di spese correnti”. Ciò è confermato dal segno negativo della differenza tra residui attivi (entrate) e residui passivi (uscite) di conto capitale (per -11,374 milioni). L’anticipazione di cassa rimasta inestinta (-13,348 milioni) vicino al plafond disponibile costa al comune spese per interessi passivi (al tasso del 2%), che ammontano a 200.000 euro in caso di utilizzo medio del 70 per cento. Se al debito richiamato in apertura si sommasse anche l’anticipazione lo squilibrio salirebbe dai 20 ai 30 milioni.
Ma questo profilo è incompatibile con l’attivazione di un piano di rientro del debito verso ASM. E’ pertanto necessario un maggiore sforzo di contrazione delle spese e di incremento delle entrate, per reperire una somma che consenta di gestire un credibile piano di consolidamento.
L’ultima colonna, dove viene ricostruita la stima dell’intero anno, mostra alcune voci di spesa sulle quali sono ipotizzabili interventi di ottimizzazione: i costi del personale non dipendente, che complessivamente ammontano su base annua intorno ai 2,3 milioni (di cui ben 0,519 milioni per la custodia di impianti sportivi); i fitti passivi pari a 0,763 milioni; e le spese di pulizia locali, pari a 0,279 milioni di euro).
Piano di lavoro
a)Rapida approvazione del bilancio di previsione 2012 (entro il 30 giugno) agendo sul contenimento della spesa corrente;
b)Approvazione del rendiconto 2011 entro il mese di luglio (che va completato con l’inserimento dell’inventario patrimoniale nel rendiconto);
c)Impostazione, a settembre 2012, del bilancio di previsione 2013, da approvare entro il 31 dicembre 2012;
d)Riorganizzazione del bilancio 2013 per missioni e programmi. Dalla documentazione allegata all’analisi dei revisori emerge una macchina amministrativa farraginosa ed inefficiente, piena di duplicazioni, obsoleta, priva di sistemi di controllo e misurazione delle performance. Questo schema va completamente capovolto. Vanno individuati obiettivi misurabili e la retribuzione di risultato dei dipendenti e dei dirigenti deve connessa al loro conseguimento. Una azione intensa di spending review va sviluppata a partire dai servizi sociali, dai servizi esternalizzati, dalla valorizzazione del patrimonio (utilizzabile anche per ridurre i fitti passivi), dalla razionalizzazione delle forme contrattuali che caratterizzano attualmente l’amministrazione. Il bilancio razionalizzato sarà uno strumento trasparente e leggibile, che potrà essere diffuso e discusso dai cittadini.
e)Analisi delle entrate comunali (accertamento e riscossione dei tributi tra cui la TARSU e contrasto dell’evasione)
f)Definizione di un quadro tendenziale pluriennale all’interno del quale collocare la realizzazione di un piano di investimenti.
g)Analisi della struttura e razionalizzazione delle società partecipate
h)Revisione e valorizzazione della struttura organizzativa.
Foto: Emiliano GRILLOTTI © 13 Giugno 2012