Pubblichiamo il comunicato stampa del Segretario della Delegazione CODICI Rieti Antonio Boncompagni.
Il Presidente della Provincia Melilli dichiarava sui media locali il 18 aprile; oggi è una giornata storica, la Conferenza dei Sindaci di Roma, ATO2 ha riconosciuto il principio che la provincia di Rieti, ATO 3 ha diritto ad un ristoro economico conseguente allo sfruttamento delle sorgenti Le Capore Peschiera. A nostro avviso non si tratta di un momento storico ma dell’ennesima riprova che Rieti è considerata la cenerentola del Lazio, l’ultima provincia, il territorio più depresso e penalizzato, dal capitolo Acqua, al capitolo sanità, dal capitolo dei servizi sociali a quello del trattamento dei rifiuti. Ricordiamo tutti la promessa del Sindaco Alemanno fatta a Rieti nel settembre 2008; Roma aprirà un corridoio di sviluppo con Rieti e “a breve” arriveranno i soldi per le sorgenti. Il 17 aprile scorso la conferenza dei Sindaci di Roma, presieduta dal Presidente Zingaretti e partecipata dall’Ass. all’Ambiente Lazio, On Mattei, ha preso atto ufficialmente della messa in mora del 14 dicembre 2011 della Guardia di Finanza, Nucleo Polizia Tributaria di Rieti; questo era il primo punto all’ordine del giorno della seduta. La Guardia di Finanza in seguito all’esposto presentato alla Corte dei Conti nel 2007 da Antonio Boncompagni ha concluso la messa in mora della Conferenza dei Sindaci ATO 2 che, a tutt’oggi, non ha approvato lo schema di convenzione, l’accordo di interferenza con Rieti del 2006. Accordo che prevedeva il ristoro economico di 8 milioni di euro ogni anno per 30 anni e di un pregresso di 25 milioni nel 2006, arrivato oggi a complessivi 73 milioni di euro. I 73 milioni di euro del pregresso avrebbero dovuto essere pagati da ACEA ATO2 spa all’Ente Provincia di Rieti. Questa la realtà dei fatti. Il tutto regolamentato dall’articolo 7 della legge 6/96 in forza del quale la Regione Lazio delibera, e lo ha fatto nel lontano 2006, in merito alla interferenza ATO 2 ATO3. La conferenza dei Sindaci ATO 2 il 17 aprile ha preso atto della messa in mora e ha approvato la convenzione per l’interferenza Rieti-Roma, ma a condizione che la Regione prima stabilisca una “congrua riduzione del ristoro” troppo oneroso per i cittadini della provincia romana. Una conclusione simile a quella già data dalla stessa conferenza dei Sindaci ATO2 nel lontano dicembre 2008. Una delibera che rinvia di nuovo l’erogazione concreta del ristoro economico a favore del nostro territorio, una delibera che passa la palla alla Regione Lazio per una riduzione delle cifre indicate e deliberate nel 2006; una ennesima penalizzazione per il territorio sabino. Una situazione di stallo socialmente umiliante che però delinea un danno erariale nei nostri confronti, quindi molto di più di una scelta o di un indirizzo politico poco condivisibili. Non sappiamo onestamente cosa deciderà e proporrà il Presidente Melilli, “il Temporeggiatore”, alla Conferenza dei Sindaci ATO3, assemblea che è stata riunita per discutere del ristoro economico appena 5 volte negli ultimi cinque anni, certo è che CODICI non rimarrà con le mani in mano ed ha attivato i propri legali per avviare ogni percorso finalizzato alla tutela e alla difesa della collettività locale. Il tutto in termini molto rapidi visto che all’orizzonte si delinea la volontà della Giunta Polverini di realizzare un ATO unico regionale, che annullerebbe ogni giusta aspettativa locale visto che in quel caso sarebbe la cabina di regia romana a decidere e gestire il destino del territorio reatino in relazione allo sfruttamento sorgentizio. Un’ennesima sconfitta che dobbiamo prevenire e contrastare con l’immediato appoggio del referendum popolare promosso dai comitati per l’acqua pubblica nella Regione Lazio. Noi chiediamo al Presidente Melilli un atto di coraggio per la difesa del territorio, l’avvio di un decreto ingiuntivo finalizzato a riscuotere perlomeno i 73 milioni di euro; siamo certi che avrebbe il consenso e l’appoggio di tutta la collettività. Del resto la Regione Lazio è solerte a chiedere il debito accumulato da molti Comuni reatini per il consumo idrico dopo la chiusura della Cassa del Mezzogiorno, alludo alla vicenda degli acquedotti ex CASMEZ, ma prende tempo è si distrae nel controllare il rispetto e l’attuazione della sua delibera del 2006 che prevede, forse per l’unica volta, “un dare” alla provincia di Rieti. Ricordo che l’art.7 delle legge 6 del 96 indica che è la Regione a deliberare e non a proporre agli ATO; quindi come mai ad oggi la delibera regionale non è stata resa esecutiva? Aggiungo che sono molti i punti di domanda che complicano questa vicenda; come mai il piano d’ambito ATO3, cioè la pianificazione della gestione del servizio idrico di tutta la provincia di Rieti, non menzione nella ricognizione delle Sorgenti, Le Capore Peschiera, come se queste non stessero fisicamente nel nostro territorio? come mai ACEA ATO 2 Spa menziona la sussistenza della concessione delle nostre sorgenti quando questa è scaduta nel 1996 e a tutt’oggi la Regione Lazio non ha rilasciato il titolo a nessuno? Come mai ad oggi le richieste del Comune di Rieti inoltrate nel 2001 per diventare concessionario di una quota di acqua del Peschiera per il proprio fabbisogno idrico non hanno avuto nessun riscontro dalla Regione Lazio? La tariffa pagata ad ACEA ATO 2 Spa prevede una quota parte pagata per la tutela e la salvaguardia dei terreni sorgivi, come indica il testo unico ambientale 152? Considerato che la concessione è scaduta nel 1996 oggi l’impiantistica è nella disponibilità dell’ente concedente, la Regione Lazio? Rimaniamo a completa disposizione di chiunque, Associazione, singoli cittadini, Istituzioni, volesse avere momenti di confronto o approfondimenti di merito su questa vicenda della vertenza Le Capore Peschiera molto articolata che però rappresenta uno degli snodi fondamentali per lo sviluppo e la crescita locale specie in questo periodo di crisi così profonda. In tal senso la speranza è che il Sindaco Petrangeli sia più determinato del suo predecessore riguardo il capitolo Acqua sia per la ratifica dello statuto della Società completamente pubblica deliberata dalla Conferenza dei Sindaci ATO 3 e pronto ad essere discusso in Consiglio comunale dal settembre 2011, sia per stimolare la Regione Lazio affinchè il Comune di Rieti possa avere la concessione della risorsa idrica proveniente dal Peschiera per il proprio fabbisogno, come richiesto nel 2001, sia, in ultimo, per evitare la costituzione di un ATO unico regionale, fatto penalizzante e mortificante la nostra identità territoriale che priverebbe la provincia sabina della benché minima capacità decisionale in merito alla risorsa acqua e al servizio idrico integrato, annullando ogni opportunità di sviluppo ecocompatibile realizzabile grazie al ristoro economico. Se la regione Lazio continuerà ad essere matrigna nei nostri confronti allora dovremmo prendere davvero in considerazione l’ipotesi di un referendum propositivo per andarcene via dal Lazio ed essere annessi all’Umbria, così come è stato fino al 1927 quando Rieti era provincia di Perugia. Del resto siamo interessati solo alla crescita sociale del nostro territorio e non a tutelarci percorsi politici romani. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzias PRIMO PIANO © 12 Giugno 2012