Anche stavolta l’assist del direttore di Rietilife è molto interessante. Argomenti: calcio scommesse, terremoto e 2 giugno. Mica male per uno che “osserva”, che non fa il giornalista ma che tenta, ignobilmente, di farlo. Tre argomenti che inevitabilmente si legano tra di loro con un fil-rouge sottile, impercettibile ma letale. Mentre ammanettavano il pallone, parte dell’Emilia veniva giù, si disintegrava sotto i colpi di un terremoto infame, lo stesso che ha sotterrato sogni e speranze di chi ancora non vuol credere che il calcio è davvero malato, ma che sistematicamente riapre le sue metastasi senza avere il benché minimo pudore per chi segue questo sport e che deve saper spiegare ai propri figli perché quel giocatore è stato arrestato. Da dove cominciare diventa difficile perché la mente ed il cuore di ciascuno di noi, o della gran parte, volano verso quei poveretti ai quali il sisma non sta dando tregua, che ha ferito una parte del nostro bellissimo Paese e che non né vuole sapere di farla finita. C’è però da prendere in esame un po’ tutto e per farlo ci vuole la lucidità necessaria senza farsi prendere dall’emozione. Razionalmente potrei anche non parlare del terremoto che ha investito il calcio e parlare solo del terremoto, quello vero, che ha investito i nostri amici emiliani, ma come ho detto all’inizio c’è un filo rosso che unisce i due argomenti. Ho vissuto di striscio le manette dell’80, ho visto chiaro le vicende di calciopoli e le manette di qualche giorno fa. Non voglio moralizzare nessuno ma credo che stavolta sia davvero giunto il momento di prenderci tutti una pausa di riflessione (ma non come dice Monti) e fare piazza pulita di quei quattro mercenari che si sono venduti, e che per il Dio denaro si venderebbero anche la loro mamma, basti pensare all’autogol di Masiello! Lavoro nel pubblico e spesso o a che fare con ragazzi giovani di tutti i ceti sociali che cercano lavoro, che vorrebbero fare qualcosa ma non ci riescono perché non c’è la possibilità, quei giovani disoccupati che aprono il giornale per trovare gli annunci di lavoro e ci leggono che un venticinquenne giocatore di calcio per 50 mila euro si è prostituito facendosi autogol. Vorrei dire tante cose a quei quattro “mercenari”, a quei quattro “mentecatti” che si sono venduti e che non hanno nemmeno gli attributi per vergognarsi e che si presentano in pretura con il Rolex, la maglia di Calvin Klein, i pantaloni di Armani e le Hogan ai piedi. Ma non posso perché mi denuncerebbero. Non voglio farne una questione di soldi, ma ne faccio solo ed unicamente una questione etica perché quei quattro pezzenti, perché di tali stiamo parlando, dovranno pagare caro le loro malefatte e non solo per aver truffato la propria maglia, ma soprattutto per aver truffato l’animo di chi ancora crede nel mondo del calcio. Un mondo sporco che va pulito definitivamente, un po’ come la pensa Buffon. E pensate a come possono stare coloro i quali gli si è sgretolata la casa, la speranza e, per qualcuno, anche la voglia di andare avanti. Ancora non ho sentito da nessuno del calcio un’azione tesa ad aiutare veramente i terremotati; perché non facciamo a ciascuno di quei pezzenti di cui sopra, una bella decurtazione proletaria della metà dello stipendio? Perché non c’è un giudice che condanna quei poveracci dei calciatori traditori ad andare a togliere le macerie del terremoto e respirare la vita vera? In Emilia adesso c’è bisogno di tutto, non ci servono le chiacchiere ma servono i fatti concreti. Di parole se ne sono sentite tante, forse troppe. E adesso non servono più. Adesso serve di rimboccarsi le maniche per rimettere in piedi l’Emilia alle soglie di un 2 giugno tanto chiacchierato. Parata sì, parata no. Come Italia sì, Italia no, di Elio e le storie tese, l’importante è non diventare, o essere di nuovo, la terra dei cachi. E allora: perché invece di fare la parata in via dei Fori Imperiali una folta rappresentanza delle nostre Forze Armate non va a farla nelle terre colpite dal sisma insieme a quei calciatori sporchi? Foto (archivio): Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 31 Maggio 2012