(a.l.) Il sindaco c’è, supervotato anche da chi di sinistra non è, la squadra non ancora. E sono in tanti a suggerire a Simone Petrangeli cosa fare e cosa non fare per non dilapidare subito l’enorme patrimonio di fiducia incassato il 20 e 21 maggio dai reatini. Il massimo sarebbe stato l’annuncio della squadra di governo un attimo dopo lo scoppio del primo tappo di bottiglia, magari in piazza lunedì pomeriggio. Non è andata così. Difficile anche che Petrangeli segua l’esempio del collega Pizzarotti di Parma, che ha chiesto a tutti i residenti interessati di mandargli un curriculum così da scegliere i suoi assessori in base a competenze ed esperienze pescate tra i cittadini. Resta dunque il solito, vituperato ma sempre consultatissmo Manuale Cencelli, che distribuisce posti di governo in base ai pesi elettorali e alle indicazione dei partiti e delle liste della coalizione. Facile che sarà così che Petrangeli sceglierà i suoi assessori. Ma su un margine potrebbe agire ed è quello della “presentabilità” dei nomi. Che siano politici di mestiere o tecnici d’area, purché siano capaci, autonomi e determinati e vadano ad occupare gli assessorati non come postazioni da cui spiccare il volo per l’incarico successivo ma come ambiti di impegno assoluto e disinteressato per la città. Nel 1994 in piena Tangentopoli al sindaco Antonio Cicchetti questo miracolo in parte riuscì: non durò molto, ma il segnale di cambiamento ci fu e fu nettissimo. A Petrangeli, che ha preso il Comune in un momento di pari crisi economica e morale, è chiesto uno sforzo analogo. Auguri. Foto: Emiliano GRILLOTTI © 25 Maggio 2012