Pubblichiamo il comunicato stampa della Coldiretti Rieti.
Un successo il seminario di studio sulla nuova Imu di Coldiretti Rieti: circa 250 persone alla Camera di Commercio di Rieti. L’esperto Buono: Il lavoro di Coldiretti ha portato a grandi novità per l’agricoltura”.
Grande affluenza di pubblico per la nuova iniziativa di Coldiretti Rieti sulla nuova Imu. Il seminario di studio che si è tenuta questa mattina presso la sala conferenze della Camera di Commercio di Rieti ha visto partecipare circa 250 tra agricoltori, tecnici e addetti al lavoro in generale. Presenti il direttore di Coldiretti Rieti e Lazio Aldo Mattia, che ha moderato la discussione, il suo delegato Ivano Capannini (fresco di elezione nel consiglio di amministrazione del Gal Sabino), il presidente provinciale di Coldiretti Enzo Nesta, il “padrone di casa”, il presidente della Camera di Commercio di Rieti Vincenzo Regnini, e Domenico Buono, responsabile fiscale di Coldiretti a livello nazionale. Non sono mancati nemmeno l’assessore provinciale all’agricoltura Oreste Pastorelli, il responsabile del settore agricoltura della Camera di Commercio di Viterbo Gabriel Battistini, e numerosi sindaci del Reatino. Come da copione è spettato a Regnini dare il benvenuto a tutti, ricordando i momenti difficili che si stanno attraversando, plaudendo all’impegno di Coldiretti che “non si batte per i propri interessi corporativi, ma per quelli dei suoi tesserati e degli agricoltori in generale”. Un impegno che, come ha sottolineato il presidente Nesta, “ha permesso al 75% degli agricoltori della provincia di Rieti di ricevere agevolazioni sull’applicazione della nuova Imu”. “Sicuramente la colpa della crisi non è degli agricoltori, ma come sempre, quando chiamati in causa, gli agricoltori faranno squadra per dare una mano per risollevare le sorti del paese. “Un lavoro continuo e calibrato – è entrato nel dettaglio Mattia – fatto al momento giusto, scendendo anche in piazza, con l’obiettivo, raggiunto, di far capire che il mondo dell’agricoltura doveva essere trattato in maniera diversa. Ciò ha permesso di portare a casa l’esenzione dell’Imu per le zone montane e svantaggiate, che a Rieti corrisponde al 75%”. “I nostri uffici sono a disposizione – prosegue Mattia – con a capo il mio delegato Ivano Capannini, per ulteriori spiegazioni e aiuti in questa difficile materia”. Mattia ha poi colto l’occasione per ricordare il lavoro di Coldiretti nella trattativa per il prezzo del latte, del lavoro “contro” la fauna selvatica e così discorrendo. Il responsabile fiscale Buono è poi entrato nei dettagli più tecnici della questione semplificando al massimo grazie ai numeri. “L’Imu costa circa 21 miliardi di euro agli italiani di cui 3,8 per la prima casa, con un incremento complessivo di 11 miliardi, di cui 224 milioni che riguardano il settore agricolo” ha introdotto l’argomento il dottor Buono che ha ricordato come le riduzioni della nuova imposta applicate al mondo dell’agricoltura sono figlie del lavoro e dell’impegno di Coldiretti. “Grazie a Coldiretti – spiega l’esperto – si è inserita una differenziazione dovuta alla peculiarità dell’agricoltura: il terreno è prima un bene produttivo e poi un bene patrimoniale. Inoltre, si è introdotto anche il concetto di Comune parzialmente montano, prima l’esenzione era solo per i Comuni situati ad oltre mille metri di altezza”. “Il coefficiente Ici era di 75 per tutti, ora, con l’incorporamento dell’Irpef, è salita a 135. – si addentra nelle cifre Buono – Ma grazie all’azione di Coldiretti per gli agricoltori professionisti è stato portato a 110”. Capitolo aliquote. “Per la prima casa di base è fissata a 0,76%, e i Comuni possono aumentare e diminuire di un 0,3%, con il 50% che va comunque allo Stato – prosegue – L’agricoltura usufruirà di un’aliquota più bassa: solo 0,2%, e può essere solo abbassata, fino allo 0,1%”. Per semplificare il tutto Buono pone alcuni esempi. “Per un terreno seminativo di due ettari l’Imu da pagare per un agricoltore iscritto alla previdenza agricola è di 187 euro, 410 se il terreno è tenuto a fini speculativi: in questo caso è ben visibile l’azione sindacale. Qualora quello stesso terreno divenisse edificale, l’Imu salirebbe a 7600 euro, ma se si continua a coltivarlo si pagano sempre 187 euro”. Per i fabbricati strumentali agricoli per i Comuni montani “è prevista l’esenzione dell’Imu ma non dell’Irpef – spiega – nei centri non montani si applica, in sede d’acconto, l’aliquota ridotta allo 0,2 e versando solo il 30% dell’imposta complessivamente determinata”. Esempio. “Un fabbricato strutturale con 2000 euro di rendita agricola paga 2500 euro di base, in un altro settore si arriva a 9600 euro di rendita. Per il mondo agricolo – conclude – in alcuni casi si arriva anche a un solo decimo di tassazione rispetto ad altri settori”. Da ricordare che per i fabbricati inagibili, l’aliquota è ridotta del 50%. Particolarmente sentito anche l’intervento dell’assessore provinciale Pastorelli. “L’agricoltura è un bene dell’Italia: senza di essa l’Italia finisce – ha affermato – Quindi noi dobbiamo essere in grado di risollevare un territorio prettamente agricolo, un territorio da salvaguardare. Ai sindaci voglio ricordare di stare attenti a valutare l’impegno che gli agricoltori danno alla nostra provincia”. “Il nuovo sviluppo – conclude – passa per l’agricoltura, intesa come turismo, ma soprattutto ambiente: un territorio non coltivato porta a disastri idrogeologici”. Nell’interessante dibattito finale, molto interessante è stata la proposta di Sergio Pirozzi, sindaco Amatrice, ai suoi colleghi. “Applichiamo al minimo l’Imu: 0,2% prima casa e 0,1% per l’agricoltura”. Foto: COLDIRETTI © 14 Maggio 2012