(a.l.) Ha un respiro internazionale l’intervento di Raffaele Bonanni: jeans e polo nera, affiancato dall’ombra un po’ imbiancata di Bruno Pescetelli, Bonanni ricorda le piazze del primo Maggio di tutto il mondo, “le prime catene spezzate in Birmania”, la vergogna “nella nostra Europa dell’Ucraina”. Ma la democrazia è in pericolo anche nei paesi maturi come il nostro: “Serve e subito un governo politico per l’Europa che rafforzi la democrazia e metta in sicurezza l’economia, e questo vale anche per gli italiani. Altrimenti saremo governati da tecnici delle banche con i risultati che sono sotto i nostri occhi”. L’Italia poi sembra un caso a parte, il Paese in eterna attesa dell’uomo della Provvidenza. “E’ una sorta di malattia che ci ha corroso, non ci si può attaccare ai singoli individui, tecnici o politici che siano. E’ un’idea falsa e pericolosa che ci sta rovinando. Quello che serve per uscire dalla grave crisi in cui ci dibattiamo da ormai 4 anni è cooperazione e corresponsabilità. Così, nel popolo si trova la forza morale per andare avanti. Diversamente sono fuochi pirotecnici e niente più”. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 1 Maggio 2012