CORRO SI, MA SOLO SE VINCO –
Come si sceglie un candidato sindaco per una città? E’ la domanda con cui, mesi fa, inaugurammo questa rubrica ma tentare una risposta è ancora difficile. Il centro sinistra – e nello specifico i partiti e le liste civiche che vi si riconoscono – ha scelto di farlo con le primarie, sappiamo con quanti contorcimenti e con che fatica per designare i candidati. Il 22 gennaio il voto, carta vince, carta perde. Ha vinto Simone Petrangeli, hanno perso Franco Simeoni e più malamente Anna Maria Massimi. Ma dopo alcuni giorni di apprezzabile fair play e comprensibile elaborazione del lutto sono cominciati a volare i corvi. Voci, vocine, vocette, le aveva definite Franco Simeoni alla vigilia del voto, che col passare dei giorni hanno assunto le sembianze di soldi dati fuori da seggi per votare per il vincitore e poi di incursioni del centro destra per scegliere il candidato “migliore” per vincere le elezioni di maggio. Il confine tra voce e notizia in verità sarebbe ferreo: è una voce se non si sa da dove arriva né dove porta; è una notizia se la si può circoscrivere in un luogo, in un ora del giorno e a persone note e individuate. Al momento siamo alle voci, ma già sono bastate a sporcare una giornata che ha visto qualcosa come 5.600 persone andare a votare il candidato sindaco del centro sinistra. Peccato, perché basta guardare ai contorcimenti del centro destra per capire che l’alternativa a questo sono selezioni ristrette a pochi eletti, scelti nel chiuso di una stanza e affidati alle cure di un sondaggista. Per carità, le primarie sono solo un “metodo” per scegliere, peraltro con rischi e limiti arcinoti a tutti, non sono “la scelta” per eccellenza. Ma chi le ha volute e poi ne ha accettato rischi e regole, adesso dovrebbe fare il bel gesto di accettarne anche il risultato benché sfavorevole. E prima di addentrarsi alla caccia di chissà quale qualche regista occulto nel centro destra o, peggio, di qualche grande burattinaio nel centro sinistra, farebbe bene a considerare che la prima causa della sconfitta del Golia-Pd a vantaggio di Davide-Sel è nella scelta del Pd di dividersi su due candidati entrambi (a loro modo) forti e che fatalmente si sarebbero divisi i consensi. E Petrangeli è stato bravo a volgere questa opportunità in vittoria. Ha goduto di aiuti “illeciti”? Chi lo sostiene lo provi, magari davanti a quel comitato delle primarie a cui tutti i partiti e le liste si sono rimessi per portare avanti questa esperienza. Diversamente ci si metta alle spalle una pur spasmodica campagna elettorale perché è già ora di farne un’altra. Se poi c’è chi cerca un pretesto per sganciarsi dal centro sinistra per correre da solo si accomodi: non sarà né il primo né l’ultimo che accetta la partita solo se è vinta. Ma almeno ci risparmi il sermone sul nuovo che avanza. Foto:RietiLife © 31 Gennaio 2011