Inizio con il magone, per quel minuto di raccoglimento che accomunava Willie Sojourner e Marco Simoncelli, traditi dall’asfalto e ora su una nuvoletta a riprovare sorpassi e canestri. Bernalda ha ricordato a tutti, finti distratti compresi, che cos’è il campionato DNB: un torneo dove un quintetto di gente che sa giocare a basket, con mestiere e talento, ce l’hanno tutti. Inutile allora fare i lamentosi guardando la classifica e dequalificando all’unisono chi vince e chi perde, soprattutto se i primi non lo fanno con la goleada (per dirla alla maniera del calcio). Toh, stavolta l’under ha giocato molto e bene e gli svalutatori in servizio permanente effettivo adesso fingeranno di dire che loro lo avevano sempre detto che Vian era buono buono. Chi l’ha visto lavorare dal primo giorno in palestra, chi è venuto ad assistere ad un buon numero di allenamenti, chi non si è limitato a seguire solo i nomi dei grandi vecchi della categoria lo sapeva che Marco aveva dei numeri e che alla prima occasione buona – complice l’infortunio a Pugi (niente di grave) – li ha mostrati. State sicuri, state tranquilli: anche Lepre, Levorato e Zanatta sono elementi validi e che torneranno utili. Otto giocatori con più di dieci minuti di media, tre in doppia cifra; una soddisfacente ripartizione di punti fra quintetto e panchina. Che è lunga, se qualcuno ancora non lo volesse capire. Per carità, non sono tutte rose e fiori. Il primo quarto, se ripetuto, sarebbe stato da inginocchiatura sui ceci di tutta la squadra e per altri due parziali Bernalda è rimasta attaccata alla squadra amarantoceleste, che però, diversamente dallo sciagurato match con Martina Franca è risucita a non farsi prendere dal panico, a far circolare la palla con efficacia, ad aspettare con pazienza di scovare il pertugio giusto per attaccare il ferro. Segnando 41 punti all’intervallo e 47 dopo; subendone altrettanti prima e poi solo 30. Amministrando bene, ad esempio con Busca, ancora avaro nel tiro ma generosissimo negli assist: 9. Intensificando con Sottana, ancora un po’ condizionato dalla dieta involontaria nel tiro da tre, eppure leader aggiunto, come ha dimostrato anche a fine gara andando a ruggire sotto la tribuna dei tifosi reatini. Bagnoli è sempre quello, puntuale a canestro e a rimbalzo come Immanuel Kant negli orari delle sue passeggiate. E pure nel paio di falli che gli vengono fischiati anche solo se sta fermo e alza le braccia (arbitraggio peraltro ottimo, quello di Binda e Pazzaglia). Gallea non forza, Laudoni un pochino sì e si tratta di due giocatori che stanno comunque lavorando molto, pagando anche probabilmente il carico atletico che li sta solo leggerissimamente frenando, non certo arrestando. E che i dividendi li pagherà col tempo. Rossi non sta annusando il profumo del canestro e allora prova ad essere più preparatore che rifinitore, in attesa di tornare ad essere un attaccante primario. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 24 Ottobre 2011