Di seguito il testo della lettera a firma del presidente della Provincia di Rieti, Fabio Melilli, e del presidente della Camera di Commercio di Rieti, Vincenzo Regnini, al presidente della Commissione Agricoltura della Regione Lazio, Francesco Battistoni.
Egr. sig Presidente,
a seguito delle polemiche relative al Distretto della Montagna Reatina pensiamo possa essere opportuno fornire qualche chiarimento proveniente da due realtà istituzionali che operano a livello territoriale e che hanno avuto, sin dall’origine, un ruolo trainante nelle fasi di gestazione e primo avvio della società consortile della quale si è discusso. Affermare, come fa l’assessore all’agricoltura Birindelli, nella commissione da Lei presieduta che la messa in liquidazione del Distretto della Montagna Reatina rappresenti l’unica soluzione giuridicamente percorribile per far fronte alla perdite d’esercizio nell’ambito della società di Distretto meriterebbe un commento che per rispetto istituzionale preferiamo evitare. Così come affermare che Arsial non può versare la residua quota di capitale sociale sottoscritto perché in attesa di un ipotetico via libera dalla U.E. appare un’originalità che ci limitiamo a definire “stupefacente”. E’ di tutta evidenza che in presenza di tale limite Arsial non avrebbe dovuto nemmeno recarsi dal notaio per costituire la società di gestione e certamente non avrebbe potuto versare una quota del capitale come invece ha fatto. E’ noto a tutti che le difficoltà finanziarie del Distretto sono nate a seguito dalla mancata erogazione dei fondi per il suo funzionamento, previsti dalla legge regionale, stanziati in bilancio, più volte promessi e mai erogati e pesantemente aggravate dal mancato versamento delle quote sociali sottoscritte. Il Distretto, il cui consiglio di amministrazione ha operato in modo totalmente gratuito, ha svolto insieme ad Arsial tutto il complesso lavoro di preparazione e di coinvolgimento delle autonomie, così come previsto dalla legge istitutiva. La società di Distretto, contrariamente a quanto affermato, non ha attribuito nessuna consulenza ma ha chiesto alla azienda speciale della Camera di Commercio di Rieti di tenere la contabilità ed a un funzionario della Provincia di svolgere le funzioni di direttore a costi irrisori, mentre la Provincia ha messo a disposizione gratuitamente i locali ed ha sostenuto parte delle spese di funzionamento. Vista la scelta di non costituire il Gal nelle aree ricadenti nel Distretto per non sovrapporre enti ad enti, si è deciso di trasferire al Distretto per alcuni mesi i 4 collaboratori che lavoravano da sette anni come precari al Gal. Ciò avendo ricevuto più volte rassicurazioni sull’erogazione dei fondi da parte della Regione. In assenza di essi e del versamento della quota di capitale da parte di Arsial, la Provincia, per evitare la chiusura del Distretto, si è addirittura fatta carico di anticipare le quote di Arsial. Adesso dobbiamo assistere a dichiarazioni che invece di spiegarci le ragioni degli evidenti ritardi – peraltro comprensibili viste le ristrettezze economiche alle quai sono chiamati tutti gli enti – puntano a creare percorsi assolutori sollevando una cortina di polemiche e gettando fango nei confronti di rappresentanti delle istituzioni reatine. E’ di tutta evidenza che mal abbiamo accolto le dichiarazioni rese in Commissione con le quali si sono adombrate irregolarità contabili che, a detta dell’assessore, il socio di maggioranza potrebbe accertare solo con la messa in stato di liquidazione della società. Al di là di tutto ciò il fatto più grave resta il modo con cui l’assessore ed il commissario trattano le istituzioni locali e i propri soci, non avendo avuto nemmeno il buon gusto di spiegarci il cambio di linea rispetto agli incontri avuti prima dell’estate ed a valle dei quali avevamo rassegnato le dimissioni che l’assessore ci aveva chiesto attraverso un funzionario di Arsial (ed anche qui evitiamo commenti) perché voleva giustamente nominare i nuovi consiglieri di amministrazione. Dopo aver mandato deserta la precedente assemblea senza nemmeno un preavviso (costringendo il presidente della Provincia a dichiarare alla stampa il proprio stupore), all’ultima assemblea un funzionario di Arsial ci ha comunicato l’intenzione del socio di maggioranza di mettere in liquidazione il Distretto dopo aver verbalmente espresso l’intendimento di approvare il bilancio consuntivo. Ovviamente ambedue le affermazioni non hanno prodotto effetti giuridici in quanto – come da codice civile – i soci morosi non hanno diritto al voto per altro determinando le condizione per un ulteriore convocazione dell’assemblea da parte del presidente dei revisori dei conti che ne ha fissato la data per il 26 ottobre. Di fronte al permanere dello stato di morosità, al presidente dei revisori non resterà altra via che portare i libri in tribunale con buona pace delle dichiarazioni di buona volontà dell’assessore. Noi continuiamo a ritenere il Distretto uno strumento utile per la crescita economica delle aree interne. E’ però evidente che, senza il supporto della Regione, il Distretto non ha futuro ed è pienamente legittimo che la Giunta regionale possa riconsiderare la sua utilità. Poco tollerabile è invece lo scarso rispetto per le istituzioni che l’assessore regionale all’Agricoltura ed il commissario di Arsial hanno dimostrato in questa vicenda. Tanto Le dovevamo per chiarezza, naturalmente disponibili a fornire alla Commissione Agricoltura tutti i chiarimenti che si rendessero necessari. Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 13 Ottobre 2011