Pubblichiamo comunicato stampa COPAGRI.
Chiede chiarimenti dopo la recente esondazione dei fiumi Velino e Turano, la Confederazione Copagri che a Rieti rappresenta oltre duemila aziende del settore agricolo. A nome del suo presidente Giorgio Di Mario, Copagri ha dato mandato agli avvocati Gioacchino Belloni, Vincenzo Di Flavio e Alessandro Aureli di indirizzare una nota a Prefettura, Provincia, Comune di Rieti, società E-On Italia, Ardis, Consorzio di Bonifica di Rieti, Registro Italiano Dighe, nonché Vigili del Fuoco, Autorità dei Bacini regionali del Lazio e Comando provinciale del Corpo Forestale dello Stato. A fronte della serie di ondate di piena che hanno causato l’esondazione dei fiumi e dei canali collegati alla Piana Reatina tra il 1° e il 2 dicembre scorso, interessando le zone di Chiesa Nuova, Sant’Elia, Posta, Capannelle e Terria, con danni ai territori, Copagri Rieti chiede di sapere perché <la cittadinanza non sia stata tempestivamente informata dell’imminente pericolo verificatosi dopo l’apertura delle chiuse delle dighe gestite da soggetti privati. Così cittadini ignari, oltre ad avere corso dei seri rischi alla incolumità fisica – questo uno stralcio della lettera destinata agli Enti –hanno visto le loro abitazioni sommerse e danneggiate dall’acqua e, in pochi minuti, la devastazione dei propri raccolti, delle strutture e dei macchinari agricoli di proprietà>. Per Copagri Rieti la gravità di quanto accaduto <è ancor più accentuata dal fatto che alla data odierna nessun organo ed ente ha ritenuto opportuno fornire alla moltitudine dei danneggiati e alla cittadinanza spiegazioni sia delle motivazioni dell’inondazione sia di quelle relative all’omesso tempestivo allarme di piena. Allo stato infatti non ci risulta che dopo la riunione del 30 novembre scorso in Prefettura, la popolazione sia stata allertata dell’imminente pericolo nonostante si fosse deciso di autorizzare la società E-On ad immettere nell’alveo del Turano portate aggiuntive di acqua molto rilevanti>. Copagri ha raccolto le tante segnalazioni delle aziende agricole danneggiate e dei cittadini. Le firme raccolte in un documento. Foto: Emiliano GRILLOTTI © 20 Dicembre 2010