Riaprire la sede dell’ex Istituto Strampelli di Rieti, che è stata unità di ricerca dell’ex Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) valorizzando il suo patrimonio originario e tecnico-scientifico legato alla cura della innovazione genetica. Questo è, in sintesi, quello di cui si è discusso nel corso di un seminario, in diretta streaming dalle ore 11 alle 13, organizzato dal Cesab (Centro di ricerche interuniversitario in scienze ambientali e biotecnologie) il giorno 11 luglio u.s. presso Passo Corese (Rieti): un incontro di carattere scientifico con al centro la figura di Nazareno Strampelli, il fondatore della struttura che nei primi del Novecento proprio in quei luoghi fece sperimentazioni sugli ibridi del grano.
“Contestualmente al lavoro di Mendel, Strampelli iniziò un’opera di selezione unica al mondo, che ha valorizzato le produzioni di diversi cereali che oggi sono in tutto il pianeta – spiega Enrico Martinoli, agronomo, già consigliere del Cda del Crea – Le scoperte di Strampelli fatte a Rieti sono oggi note in tutto il mondo, grazie a qualità di cultivar che hanno maggiori produzioni per ettaro e migliore resistenza a malattie e parassiti. Oggi si fa un gran parlare di grani antichi, spesso in modo sbagliato, ma non si tiene presente che tutti i grani oggi sul mercato sono frutto dell’intervento di questo straordinario uomo che a Rieti ha fondato un centro di ricerca all’avanguardia. In quella struttura, oggi chiusa, c’è anche il luogo in cui Nazareno Strampelli pianificò quella che fu la ‘battaglia del grano, che consentì la riscossione di ingenti royalties dalla diffusa vendita in Italia e all’estero di quelle sementi”.
La struttura di Rieti oggi è chiusa ed è intenzione di Cesab chiedere all’amministrazione comunale, che ne detiene la proprietà, di aprire un percorso per la sua valorizzazione. “Credo che la struttura di Rieti abbia uno straordinario valore storico e culturale non solo per l’Italia ma per il mondo intero – commenta Ercole Amato, presidente del Cesab – Sono dell’idea che la sede reatina debba diventare la capitale culturale e scientifica dell’innovazione applicata nella sostenibilità al mondo agricolo. Dunque, può essere un luogo dove le imprese, le università, le strutture scientifiche e didattiche del Paese si possono incontrare, possono trovare occasioni di confronto e di pianificazione di nuovi percorsi di qualità”.
Foto: RietiLife ©