(r.l.) Ha generato una vera e propria bufera la candidatura di Rieti ad ospitare il Lazio Pride 2020. L’annuncio della possibilità che l’evento possa esser ospitato nel 2020 in città è arrivato ieri pomeriggio tramite la pagina Fb di Lazio Pride (leggi). Un’iniziativa accolta con favore da gran parte della popolazione reatina. Ma non tutta. E non solo la cittadinanza, ma anche il mondo politico e istituzionale, si sono divisi.
Il Comune di Rieti ha subito preso le distanze: “Non ci siamo candidati noi, l’hanno fatto le associazioni” (leggi qui le parole di Palazzo Città).
Nella serata di ieri, poi, è arrivato un post del consigliere comunale di Rieti con delega alla Scuola, Letizia Rosati, che ha letteralmente alzato un polverone. La docente reatina ha scritto: “Il mondo Lgbt è contro i miei valori perché nega il dato biologico da cui deriva l’identità delle persone e soprattutto i diritti dei bambini che vengono strumentalizzati a scopi di cui non si parla mai a sufficienza. Utero in affitto, sdoganamento della pedofilia, poliamore sono gli obiettivi da raggiungere. Rassicuro pertanto che tale candidatura non è stata promossa dal Comune”.
L’opposizione non ha tardato a reagire alle parole della consigliera: “La consigliera Letizia Rosati ha dichiarato che i gay vogliono legittimare la pedofilia. Una frase gravissima per la quale spero il sindaco si dissoci e chieda le sue dimissioni” ha scritto Alessio Angelucci, consigliere di minoranza e docente.
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