Botta e risposta tra Regione e il Comune di Rieti sul progetto Terminillo Stazione Montana. Per il vicesindaco Daniele Sinibaldi l’improcedibilità della Via (Valutazione di impatto ambientale), a causa delle “criticità” contenute nel progetto, suona “come una campana a morto” per la montagna reatina.
“Abbiamo lavorato sodo sul Terminillo perché crediamo fermamente che questo progetto possa costituire il punto di partenza per il rilancio turistico e economico del comprensorio – afferma Sinibaldi, assessore alle Attività produttive e Turismo del Comune di Rieti – questa notizia ci lascia tutti basiti anche alla luce di quanto prevedeva il protocollo d’intesa del 2011, in cui la Regione assumeva l’onere di proporre iniziative legislative per superare il quadro normativo in materia di impatto ambientale e di impianti sciistici. Ora ci fanno scrivere da un tecnico per dire che abbiamo scherzato. Zingaretti e Refrigeri devono delle spiegazioni ai cittadini e ai sindaci che peraltro sono stati messi in mora dalla Corte dei Conti per non aver speso i soldi. Stiamo valutando di chiedere alla stessa Corte di chiamare a responsabilità la Regione Lazio che in questa vicenda ha rappresentato da subito il principale detrattore del progetto”.
La replica della Regione arriva a stretto giro di posta. “E’ del tutto infondato – s legge in una nota – quanto apparso oggi su alcuni organi di stampa, secondo cui sul progetto della stazione montana del Terminillo la Regione Lazio abbia dato uno stop, disimpegnandosi dal suo iter. Infondato, intanto, per una prima ragione incontrovertibile: i finanziamenti regionali non sono stati ritirati, sono del tutto vigenti e, quindi, disponibili. Poi, perché le scelte da compiere sono in capo agli Enti locali ai quali, come già evidente da tempo, è semplicemente stato chiesto di rispettare la normativa europea e, dunque, di rimodulare l’iniziale progetto rendendo attuabile una proposta idonea a tal fine.
Conclude la Regione: “Non essendo ancora stata formalizzata la presentazione del progetto, il dirigente regionale oggi competente ha suggerito la strada dell’invio del progetto già presentato alla Commissione europea, quindi l’attivazione di una procedura che, visti i ritardi, consentirebbe di mantenere aperta la procedura che, per i ritardi accumulati, rischia di non poter essere tenuta aperta all’infinito. È una proposta che può essere accettata o meno dagli enti interessati. È evidente, però, che è urgente chiudere il procedimento autorizzativo, anche per non incorrere in sanzioni da parte della Corte dei Conti. Quindi, ai Comuni la scelta: o inviare a breve alla Regione il progetto rimodulato o inviare quello iniziale alla Commissione europea”.
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